2.035 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Renzi: “Se ci sono le condizioni farò il premier, altrimenti darò una mano”

In un’intervista concessa a Bianca Berlinguer, il segretario del Pd Matteo Renzi ha dichiarato che sarà il candidato presidente del Consiglio della coalizione di centrosinistra, ma che se non ci saranno le condizioni “darò una mano”.
A cura di Charlotte Matteini
2.035 CONDIVISIONI
Immagine

Matteo Renzi potrebbe fare un passo indietro e non presentarsi alle elezioni come candidato presidente del Consiglio del Partito Democratico – o di un'eventuale coalizione di centrosinistra – qualora fosse necessario? A questa domanda, posta da Bianca Berlinguer durante l'intervista a Matteo Renzi a Carta Bianca, l'ex presidente del Consiglio ha risposto: "Se ci sono le condizioni uno fa il premier, se non ci sono le condizioni uno dà una mano", aggiungendo: "Io sono il candidato premier, lo hanno deciso le primarie ma chi farà il premier non lo decide il Pd se non arriva il 40%, ma io sono convinto che il Pd possa farcela ad arrivare al 40%". In sostanza dunque, un'apertura sembra esserci da parte di Matteo Renzi, anche se comunque nel corso dell'intervista il segretario del Pd ribadisce più volte che il suo ruolo di capo politico del Partito Democratico è sancito dal voto popolare dello scorso aprile.

"Domenica scorsa è uscita una foto evidente: da un lato Berlusconi che per l'ennesima volta è tornato in campo , dall'altro Salvini e dall'altra ancora M5s che con una procedura trasparente ha scelto il suo leader. Da un lato il centrodestra a trazione leghista e dall'altro Grillo. Un cittadino che guarda quella foto si rende conto che il Pd con tutti i suoi limiti, se smette di litigare, è l'unico argine al populismo. Quando sento dire che Salvini si sente a casa sua in Corea del Nord mi preoccupo per i miei figli. Aiutiamolo a casa sua, allora", ha proseguito Renzi.

"Chi dice che Berlusconi è tornato in campo dovrebbe guardare i numeri: nel 2013 Forza Italia era al 25%, poi alle europee al 16%, oggi i sondaggi danno Fi al 12%. Io penso che ci sia un elemento di straordinaria vitalità dell'uomo ma credo che si stia parlando molto tra addetti ai lavori. Nei sondaggi Forza Italia è la metà del Partito Democratico", ha commentato Renzi rispondendo a una domanda su un eventuale ritorno in campo di Berlusconi.

Per quanto riguarda la legge elettorale e l'accordo con Lega Nord, Forza Italia e Movimento 5 Stelle sfumato all'ultimo durante le votazioni in Aula, Renzi ha sostenuto che a breve sarà presentato un nuovo testo e che il Pd proverà nuovamente a trovare un accordo con le opposizioni, anche se le condizioni sembrano non permetterlo: "Il Pd ci ha provato, ci prova e ci proverà a cambiare la legge elettorale. Ma il Pd da solo non ha i numeri e fare la legge dipende dagli altri. E non sono molto ottimista. Melina dal Pd? No assolutamente. Dei tanti limiti che possono essere attribuiti al Pd. È l'esattamente l'opposto. Noi abbiamo fatto di tutto per cambiare la legge elettorale. Dare colpa di tutto al Pd, mi pare ingeneroso".

Quando si andrà al voto? Sebbene il periodo cadrà sicuramente tra febbraio e maggio 2018, la data è ancora un'incognita e sarà il presidente della Repubblica a decidere quando si andrà alle urne: "Quando si vota, lo decide Mattarella. Per me la campagna elettorale inizia il 1° gennaio ma più che dei posti in Parlamento, ora ci si occupi dei posti di lavoro", ha dichiarato Matteo Renzi. "Non credo che la campagna elettorale sia partita. Ora è importante che il governo faccia le ultime cose di questa legislatura. Gentiloni ha posto giustamente l'attenzione sulla legge di bilancio, poi nel primo semestre 2018 si andrà a votare. Io penso che il Pd deve cercare di arrivare al 40 per cento non da solo, ma con le associazioni, i movimenti civici, i sindaci che in questo momento non si riconoscono in nessuna forza politica", ha spiegato il segretario del Pd.

Nel corso dell'intervista, Matteo Renzi ha tirato bordate a tutti gli avversari politici: "Noi non siamo un partito che ha rubato soldi come la Lega Nord e guidato da un pregiudicato come il Movimento 5 Stelle", ha sottolineato. "Dare sempre la colpa di tutto al Partito Democratico mi sembra ingeneroso. Io ho perso la poltrona nel tentativo di cambiare questo Paese", ha inoltre evidenziato l'ex presidente del Consiglio riferendosi alle dimissioni rese all'indomani della disfatta referendaria dello scorso 4 dicembre.

2.035 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views