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Renzi: “Nel PD c’è una sinistra che vuol perdere”

Il Presidente del Consiglio è intervenuto a Genova: “C’è un solo Pd ma ci sono due sinistre: una che prova a cambiare e una che vuole perdere e far perdere”.
A cura di Davide Falcioni
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UPDATE – A due giorni dall'uscita di Pippo Civati dal Partito Democratico Matteo Renzi – intervenuto a Genova a una manifestazione di campagna elettorale – ha lanciato un durissimo attaccp alla minoranza del suo partito:  "C'è un solo Pd – premette Renzi – ma ci sono due sinistre: una che prova a cambiare e una che vuole perdere e far perdere". Commentando la disfatta dei laburisti  nel Regno Unito il segretario del PD ha aggiunto. "Quando un partito di sinistra sceglie di non giocare la sfida riformista, ma sceglie l'estremismo, perde le elezioni". Renzi ha quindi lanciato una stilettata a D'Alema: "Oggi vedo che c'è qualcuno che dice che perdiamo iscritti: sono i nostalgici del 25%, quelli che stavano bene quando si perdeva, quelli che hanno avuto la loro occasione e l'hanno persa. Ma non ci faranno passare voglia di cambiare l'Italia". Il riferimento è a D'Alema, che nei giorni scorsi ha duramente criticato "l'arroganza del premier che sta facendo perdere consensi", definendo quelle di Renzi "riforme di destra".

Nel suo intervento a Firenze a The state of the Union il Presidente del Consiglio Matteo Renzi haancora una volta lodato le riforme realizzate dal governo da lui guidato: "Se avessimo fatto ciò che avremmo dovuto fare prima, quando le riforme le hanno fatte gli altri paesi, l'economia sarebbe oggi più forte: se avessimo fatto la riforma del lavoro nel 2004 come la Germania e non oggi, la condizione occupazionale sarebbe diversa". Il premier ha aggiunto: "L'Italia ha visto l'Ue come il problema, come si è visto in campagna elettorale: noi abbiamo avuto il desiderio di raccontare una storia diversa: era l'Italia che non facendo l'Italia rendeva l'Ue meno forte, e la pensiamo ancora così", ha spiegato il primo ministro, attribuendo la responsabilità dei fallimenti a quanti lo hanno preceduto a Palazzo Chigi: "I problemi in Italia sono nati dall'incapacità dei politici italiani a gestire le sfide e prendere decisioni".

Tema centrale della convention è stato il Ttip, trattato commerciale di "libero scambio" tra Unione Europea e Stati Uniti al centro di molte polemiche soprattutto per lo "strapotere" che attribuisce alle multinazionali e alle lobby, che in molti casi avrebbero mani libere in temi come sanità, cibo e protezione dei dati personali: "Non riuscire a chiudere il Ttip, l'accordo di libero scambio Ue-Usa, entro l'anno, essendoci l'anno prossimo le elezioni Usa, sarebbe un gigantesco autogol per il nostro continente". Il premier ha continuato: "C'è bisogno che l'Europa si apra al dialogo commerciale. Non è possibile che l'Europa tentenni e balbetti sul Ttip. Se c'è bisogno di trasparenza e chiarezza le daremo. E a proposito di trasparenza – ha aggiunto-, l'Italia la chiede all'Europa sui temi che sono quelli del ‘made in', di ciò che è specificità delle nostre tradizioni e del nostro saper fare". Secondo Renzi "l'Italia, non più malata d'Europa: deve prendere per mano le istituzioni europee e fare quello che ha sempre fatto, un di più di cultura, talento, design e fantasia. Questo è il compito dell'Italia nel mondo e in Europa. Se l'Italia considera l'Europa solo il luogo della burocrazia dove combattere su norme e direttive perdiamo".

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