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Renzi scrive alla UE: “Siamo a un bivio, è ora di ricostruire la fiducia”

Il governo scrive a Commissione, Consiglio, Bce, Eurogruppo e Parlamento Ue: “L’Ue è a un bivio tra il tirare a campare e l’affrontare con determinazione le nuove sfide”. Tra queste nuove sfide c’è il “ripristinare la crescita, favorire l’occupazione e ricostruire il rapporto tra istituzioni e cittadini”.
A cura di S. P.
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“L’Ue è a un bivio tra il tirare a campare e l’affrontare con determinazione le nuove sfide”: è quanto si legge in un documento che il governo Renzi ha trasmesso a Commissione, Consiglio, Bce, Eurogruppo e Parlamento Ue. Per il governo la questione greca e i risultati elettorali di Spagna e Polonia impongono all’Unione Europea un cambio di rotta e va ricostruito in primis un rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini superando austerità ed euroscetticismo. Il contributo del governo italiano alla riflessione in corso sulla riforma del sistema di governance dell'Unione economica e monetaria è stato inviato in vista del prossimo Consiglio europeo che esaminerà un rapporto dei Presidenti su questo tema. Palazzo Chigi parla di “una tappa importante per un rilancio del processo di integrazione”. Il lancio da parte della Commissione di un piano pluriennale di investimenti europei e la definizione di adeguati incentivi per gli investimenti e le riforme – si legge nel contributo del govenro italiano – sono passi “positivi e importanti in questa direzione”, soprattutto sul fronte di una politica di bilancio alla crescita.

Ma per il governo l'urgenza e la complessità delle questioni in gioco richiedono “una più efficace governance economica e una coerente architettura istituzionale”. Sono necessarie “misure per affrontare i costi sociali della crisi e migliorare la fiducia dei cittadini nell'Ue” e per questo il governo propone un “supporto comune” nel mercato del lavoro, alla disoccupazione ciclica che amplificherebbe l'effetto delle riforme. Si ribadisce anche l'esigenza di completare l'Unione bancaria mentre è necessaria una “più profonda integrazione finanziaria”. La “strada verso una maggiore integrazione richiede – si legge nel documento – il rafforzamento dell'architettura istituzionale comune e della sua legittimazione democratica”.

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