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Renzi replica a Juncker: “Spese per migranti e sisma fuori dal Patto di Stabilità”

Ospite a Otto e Mezzo, il presidente del Consiglio risponde alle critiche mosse da Juncker e commenta: “Noi non stiamo chiedendo più flessibilità, stiamo chiedendo all’Europa di cambiare la politica economica”. E sul Fertility Day: “Una campagna inguardabile”.
A cura di Charlotte Matteini
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Lecce, Matteo Renzi al Teatro Politeama

"La flessibilità non c'era nei trattati europei, Juncker ha legato il suo programma agli investimenti in flessibilità, devo dire che è stato di parola e noi l'abbiamo utilizzata. Noi rispettiamo le regole ma le regole Ue ci dicono che in presenza di eventi eccezionali si può utilizzare un margine diverso. Se devo essere bacchettato perché devo mettere a posto le scuole mi faccio bacchettare ma non credo avverrà", ha risposto il presidente del Consiglio Matteo Renzi alle critiche mosse da Juncker relative allo sforamento del Patto di Stabilità.

"Noi non stiamo chiedendo più flessibilità, stiamo chiedendo all'Europa di cambiare la politica economica. I governi di prima hanno firmato il fiscal compact, la flessibilità è la possibilità di cambiare tutto questo. Il prossimo anno rispetteremo le regole europee, anche quelle che non condivido e che non ho votato io ma una maggioranza che andava da Berlusconi a Bersani, con responsabili economici Brunetta e Fassina. Sono regole capestro per l'Italia, ma le rispettiamo. Però le spese per immigrazione e rischio sismico saranno fuori dal Patto di stabilità. L'ho illustrato a Juncker venerdì mattina e credo che ci sia il consenso europeo".

Per quanto riguarda la crescita, il presidente del Consiglio ha dichiarato: "Il Pil nel 2017 andrà meglio rispetto al 2016, che è andato meglio del 2015, che era andato meglio del 2014. Io non sono contento, voglio fare di più. Ma nessuno può negare il fatto che rispetto a quando noi siamo arrivati, abbiamo portato tre punti in più degli altri, anche se è ancora poco e piano piano l'Italia ce la può fare e io faccio il tifo per l'Italia".

Durante la puntata di Otto e Mezzo, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha inoltre affrontato la polemica relativa al Fertility Day: "Beatrice Lorenzin si deve dimettere da ministro dopo la campagna sul fertility day? No, non scherziamo. Il punto vero è che, tecnicamente parlando, è una campagna inguardabile. E' sbagliato, lo ha detto anche lei. Lorenzin ha posto un tema vero, quello della mancata crescita demografica. Ma lo hanno comunicato in un modo che fa alzare i capelli anche a Berlusconi", ha commentato Renzi. "Il punto è che i danesi hanno fatto una campagna di comunicazione fantastica e allora chiederò a tutti i ministri se gentilmente, in occasioni analoghe, si fa un po' di punto della situazione e si guardano i dati, insomma ci si coordina un pochino meglio".

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