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Renzi prova a tenere unito il PD: “Siamo noi che dobbiamo riportare l’Italia a crescere”

Il Presidente del Consiglio detta l’agenda ai parlamentari democratici e spiega: “Mentre altri si dividono, altri fanno ostruzionismo, altri scendono in piazza con piattaforme ispirate alla destra xenofoba e populista europea, noi siamo quelli che devono riportare l’Italia a crescere. È una grande responsabilità”.
A cura di Redazione
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Come vi stiamo raccontando, non si tratta certamente del momento più semplice all’interno del Partito Democratico: dopo la tregua sull’elezione al Colle di Sergio Mattarella, infatti, sono riemerse le distanze fra i renziani e la minoranza, soprattutto sui decreti legislativi al Jobs Act (con la scelta del Presidente del Consiglio di ignorare le raccomandazioni del partito sui licenziamenti collettivi e sul demansionamento).

Ora però, in vista degli appuntamenti su Scuola, fisco, Rai e ambiente, il Presidente del Consiglio prova a ricompattare il fronte democratico, riaprendo la discussione sui dingoli temi. Così prende carta e penna e, nel convocare per giovedì pomeriggio una riunione temativa, scrive ai suoi parlamentari:

Carissimi senatori, carissimi deputati,

torno a condividere con Voi lo sguardo sulla situazione politica del nostro partito e del nostro Paese. Le due cose, come noto, sono ormai intrecciate: non è la prima volta che ci diciamo che – piaccia o non piaccia – tocca al PD a dover garantire il futuro all'Italia, almeno in questa fase storica.

E mentre altri si dividono, altri fanno ostruzionismo, altri scendono in piazza con piattaforme ispirate alla destra xenofoba e populista europea, noi siamo quelli che devono riportare l'Italia a crescere. È una grande responsabilità.

Anche per questo, col massimo rispetto per il doveroso dibattito interno al PD tra aree culturali, sensibilità diverse e gruppi organizzati, vorrei che il nostro confronto fosse sui contenuti più che sulle etichette. Che fiorissero idee più che correnti. Del resto stiamo lavorando molto: ieri abbiamo approvato definitivamente la responsabilità civile dei magistrati che diventa legge dopo 28 anni dal referendum (1987! E pensare che in Parlamento c'è già gente che è nata nel 1987…). Due giorni fa l'accordo con la Svizzera, che rottama finalmente il segreto bancario e riporta miliardi di euro in Italia. Dal Jobs Act con il contratto a tutele crescenti ma anche con il superamento del precariato fino alle norme per Taranto, dalla legge elettorale fino alle riforme costituzionali, il nostro partito e il nostro Governo stanno cambiando in profondità l'Italia. E il bello è che siamo appena all'inizio visto che abbiamo appena spento la prima candelina, ma mancano ancora tre anni: è come se fossimo a metà del primo tempo.

Per questo vi propongo di confrontarci con sempre maggiore coinvolgimento anche nelle fasi preparatorie dei passaggi parlamentari. Venerdì pomeriggio abbiamo organizzato al Nazareno un punto della situazione informale su quattro temi di qualche interesse:

1. Scuola, dalle 14 alle 15.

2. Rai, dalle 15 alle 16.

3. Ambiente, dalle 16 alle 17

4. Fisco, dalle 17 alle 18

So che il venerdì non è il giorno migliore ma visto il duro calendario dei lavori parlamentari non vedo alternative. Vi chiedo di partecipare ai singoli gruppi che vi interessano e/o di mandare contributi scritti (brevi e scritti in un linguaggio semplice: astenetevi dal burocratese, per favore!) sui singoli temi che più vi interessano o riguardano.

Un caro saluto,

a venerdì

Matteo

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