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Renzi: “Politici italiani da sempre campioni di vittimismo, ora si cambia”

Il Presidente del Consiglio nella sua tradizionale eNews parla della consultazione autunnale: “Il referendum costituzionale di ottobre non si vince solo con la tv: occorre uno sforzo personale, diretto, tenace di tutti quelli che ci hanno portato fin qui”.
A cura di Redazione
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Nella giornata di ieri, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha tenuto a battesimo la nascita dei comitati per il sì al referendum confermativo sulla riforma della Costituzione. Con un lunghissimo intervento al teatro Niccolini di Firenze, il segretario del Partito Democratico ha spiegato il senso di una mobilitazione così ampia: 10mila comitati diffusi in maniera capillare sul territorio, che possano dar vita a una vera e propria campagna elettorale “porta a porta”, che leghi il destino del Governo a quello della riforma approvata in Parlamento.

Ora, nella sua tradizionale eNews, Renzi aggiunge qualche ulteriore elemento al suo ragionamento sul senso del sostegno al referendum:

Ho spiegato che sicuramente la campagna elettorale si vince in tv e con i mezzi di comunicazione di massa. Ma che il referendum costituzionale di ottobre non si vince solo con la tv: occorre uno sforzo personale, diretto, tenace di tutti quelli che ci hanno portato fin qui. Per questo ho detto alla mia gente che fino alla fine noi non molleremo di un centimetro, che saremo in prima fila per cambiare, che non ci risparmieremo muovendoci da nord a sud. Ma stavolta siamo ad avere bisogno di voi. Da soli possiamo vincere, ma io voglio convincere e soprattutto coinvolgere gli italiani.

Per anni si è detto che non aveva senso il ping pong istituzionale tra Camera e Senato. A ottobre basta un sì per cancellarlo.

Per anni si è detto che i parlamentari sono troppi. A ottobre basta un sì per ridurli del 33%.

Per anni si è detto che i consiglieri regionali erano strapagati. A ottobre basta un sì per portarli a stipendi civili.

Per anni si è detto che le Regioni avevano troppi poteri confusi. A ottobre basta un sì per fare chiarezza.

Per anni si è detto che bisognava semplificare il procedimento legislativo, eliminare la doppia fiducia, abolire gli enti inutili come il Cnel. A ottobre basta un sì per chiudere definitivamente queste partite.

Dunque, nel merito le ragioni del sì sono fortissime. Ma più in generale – come ho cercato di dimostrare al Niccolini – c'è qualcosa di ancora più grande: c'è un'Italia che non si ferma alla rassegnazione, al pessimismo, alla lamentela. C'è un'Italia che dice sì al futuro. Che dice sì al cambiamento. Che dice sì all'ottimismo e al coraggio. Questa Italia, l'Italia che dice sì, è l'Italia che ci porterà a vincere il referendum costituzionale.

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