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Renzi insiste: “Nel 2016 via le tasse sulla prima casa”

Matteo Renzi risponde ai lettori dell’Unità e promette nuovamente una riduzione delle tasse. Sulle divisioni interne: “Le piccole scissioni non servono a nessuno”.
A cura di Susanna Picone
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“Il Pd non è più il partito delle tasse” perché in Italia “essere di sinistra significa tagliare le tasse senza tagliare i servizi”: torna a parlare della riduzione delle tasse il premier Matteo Renzi che, rispondendo ai lettori dell’Unità, tra le altre cose ha ribadito ancora una volta che nel 2016 cancellerà le tasse sulla prima casa. “Bisogna abbassare la curva del debito. Non si può far pagare sempre alle nuove generazioni. Dobbiamo sbloccare i cantieri. Non basta citare Keynes nei convegni, bisogna che i lavori siano effettuati. Questo aumenterà la crescita”, ha affermato Renzi dicendo che il 2014 è stato l’anno durante il quale hanno ridotto le tasse a chi guadagna meno di 1500 euro, nel 2015 “abbiamo ridotto il costo del lavoro” e, appunto, nel 2016 saranno cancellate le tasse sulla prima casa. Nel 2017 – ha promesso ancora il premier – “ridurremo ancora le tasse sul lavoro (Ires e Irap) e nel 2018 sarà la volta degli scaglioni Irpef”.

“Sì a confronto con i sindacati, no a diritto di veto” – Renzi, convinto che il Pd possa superare di nuovo il 40%, ha parlato anche delle questioni lavoro dicendo sì al confronto coi sindacati ma no al diritto di veto: “Non abbiamo escluso di trovare soluzioni concordate con il sindacato: è solo che non ci siamo riusciti. Il tempo dirà se sul Jobs act avevamo ragione noi o i sindacati: per adesso registro un aumento di nuovi posti di lavoro e di stabilizzazioni. E ne sono felice”, ha spiegato il premier sottolineando che quando è possibile “noi siamo in prima linea al fianco dei sindacati, come ieri con la risoluzione della vicenda Whirlpool. Ma se su alcune cose non siamo d'accordo non lasciamo a loro il diritto di veto. Se siamo convinti andiamo avanti”.

“Pompei? Mi viene una rabbia incontenibile” – “In questo momento – ha detto il premier parlando del Mezzogiorno – la nostra massima attenzione è rivolta a Taranto e all'Ilva. Sono sicuro che ce la faremo”. Il premier ha commentato anche le scene di ieri di Pompei parlando di “una rabbia incontenibile” per quanto accaduto e spiegando che Franceschini sta facendo un buon lavoro e la cultura è la chiave per il nostro futuro. Il primo ministro ha affiancato la vicenda accaduta nel sito archeologico agli scioperi seguiti alla trattativa Alitalia-Etihad: "Vedere che dopo tutto il lavoro fatto per salvare il sito e quindi i posti di lavoro a Pompei un’assemblea sindacale blocca all’improvviso migliaia di turisti sotto il sole o vedere che dopo le nottate insonni per coinvolgere Etihad e evitare il fallimento di Alitalia, gli scioperi dei lavoratori di quell’azienda rovinano le vacanze a migliaia di nostri concittadini, fa male". Quello che però ha voluto puntualizzare il Presidente del Consiglio è che non si mette in discussione il diritto all'assemblea sindacale o allo sciopero, "m c’è anche bisogno di buon senso e di ragionevolezza, di responsabilità e di rispetto". Di questo passo, ha aggiunto, bisognerà "difendere i sindacati da se stessi". Renzi ha parlato anche delle divisioni nel Pd e si è detto convinto che le piccole scissioni non servono a nulla e a nessuno.

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