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Renzi: “In tre mesi abbiamo rotto l’incantesimo che bloccava il Paese”

Intervenendo al Senato, il Premier ha spiegato: “Ci sono i primi segnali di ripartenza del Paese”.
A cura di Antonio Palma
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"Negli ultimi tre mesi il Parlamento italiano ha interrotto quell’incantesimo che sembrava bloccarlo in una situazione di stallo", lo ha dichiarato il premier Matteo Renzi intervenendo in Senato in vista del prossimo Consiglio europeo. Il Presidente del Consiglio ha rivendicato i progressi fatti in questi mesi sul piano delle riforme a partire da quelle economiche, elencando tra le altre cose la riduzione del cuneo fiscale e il Jobs act. Le riforme "stanno portando i primi segnali di ripartenza, che sono ancora timidi, ma possono essere valorizzati e devono essere a tutti i costi inseriti in una scelta ancora più forte di politica economica europea" ha spiegato il Premier, sottolineando che "c'è stato un oggettivo cambio di clima e cambio di passo". Per Renzi è cambiato "non tanto il clima di fiducia dell'Italia, quanto la possibilità dell'Italia di incidere sulla politica europea e la possibilità della politica di incidere sulla situazione italiana. L'idea che finalmente la politica possa fare la sua parte per cambiare le cose. Sta accadendo con le riforme, ma anche per l'Italia in Europa".

"Cambiamento con il semestre di presidenza dell'Ue"

"Non si può negare che il semestre di presidenza dell'Ue, con un cambiamento di vocabolario da rigore e austerity a crescita e riforme, ha consentito di creare un clima nel quale si è potuto finalmente voltare pagina" ha proseguito poi Renzi in riferimento all'Europa, spiegando: "Se metto in fila i fattori di oggettiva ripresa nel nostro Paese quattro dipendono da scelta europee, uno solo dall'esterno. Il piano Juncker, la comunicazione sulla flessibilità, il Quantitative easing della Bce, il ritrovato rapporto tra dollaro ed euro a condizioni più logiche ed economicamente sostenibili. Poi c'è il quinto fattore, che non dipende da noi ma diciamo dalla buona sorte, che è l'abbassamento del prezzo del petrolio". "Segnali che devono essere valorizzati, che vanno inseriti in un clima di scelte ancora più forti della Ue. Accanto a questi fattori, ci sono la legge di stabilità e l'entrata in vigore del jobs act" ha concluso Renzi.

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