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Renzi sulla Palestina: “Sì a soluzione di due popoli, due stati”

Il premier italiano in visita a Tel Aviv ha incontrato Benyamin Netanyahu, poi il palestinese Abu Mazen.
A cura di Davide Falcioni
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UPDATE – Dopo il vertice bilaterale con Benyamin Netanyahu il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è intervenuto alla Knesset, il Parlamento israeliano: "Chi ritiene di boicottare Israele non si rende conto di boicottare se stesso, di tradire il proprio futuro", ha detto il premier. "Possiamo avere opinioni diverse – aggiunge – ma l’Italia sarà sempre in prima linea contro ogni forma di boicottaggio sterile e stupido". Dopo il discorso al Parlamento, il primo ministro si è recato nei territori dove, a Betlemme, ha incontrato il presidente dell’Anp, Abu Mazen. "L’Italia persegue la soluzione di due popoli due stati. È l’unica che per noi può condurre a un risultato". Secondo Renzi, "la pace ha bisogno dell’impegno di tutti: da parte dell’Italia c’è tutta la disponibilità a continuare a investire nell’amicizia con il popolo palestinese per raggiungere la “pace dei figli di Abramo”, ovvero la prospettiva nella nostra generazione di raggiungere finalmente al risultato storico della pace in questa regione".

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha approfittato della presenza di Matteo Renzi per ribadire la sua netta contrarietà all'accordo sul nucleare iraniano raggiunto nei giorni scorsi: "L'accordo con l'Iran rappresenta una grande minaccia per Israele, l'Europa e il mondo. Metterà Teheran in condizione di avere entro 10 anni quante armi atomiche vorrà". Il leader israeliano – dopo aver ricordato i profondi legami con l'Italia in termini militari, economici e culturali – ha ribadito la sua opinione sull'accordo sulla riduzione e il monitoraggio del programma nucleare iraniano, sottoscritto a Vienna la scorsa settimana. "Nei prossimi dieci anni – ha scandito Netanyahu – l'Iran potrà arricchire l'uranio e costruire tutte le bombe che vorrà, oltre ad avere tanti soldi con cui finanziare il terrorismo. Quell'accordo è un errore storico, un cattivo trattato. Non impedirà all'Iran di procurarsi l'atomica, non eviterà la guerra. Chiediamo di poter lavorare alla pace nel Mediterraneo e a una soluzione pacifica con i vicini palestinesi".

Dal canto suo Matteo Renzi ha ribadito l'amicizia di Roma con Tel Aviv: "Venire in Israele è come tornare a casa perché qui sono le nostre radici. Siamo orgogliosi del nostro passato, ma dobbiamo credere nel futuro. Essere dinamici. E comunque sempre contro l'antisemitismo, che è una minaccia per la pace e può essere sfruttato dal terrorismo". Renzi prospetta "grandi sfide, che ci vedono anche su differenti posizioni. Come appunto l'accordo sul nucleare iraniano, sostenuto dall'Italia. Io credo – ha affermato il presidente del Consiglio – che sarà possibile trovare un compromesso con l'Iran, ma mai un compromesso sulla sicurezza di Israele. Israele non solo ha diritto a esistere, è un dovere riconoscere questo diritto all'esistenza". "Nella mia città – ha aggiunto Renzi – c'è il David di Michelangelo, simbolo di lotta per la libertà. In questo momento tutti siamo un David contro il Golia della barbarie. Credo che la sicurezza di israele sia la sicurezza dell'Europa, abbiamo un destino comune da condividere. Per questo sosteniamo questo compromesso e vigileremo sull'applicazione del trattato". Il premier italiano ha visitato l'Università di Tel Aviv e domani, dopo un vertice con il presidente Rivlin, si recherà a Betlemme per incontrare Abu Mazen.

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