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Matteo Renzi promette: “Via Equitalia entro il 2018”

Il Presidente del Consiglio ha risposto alle domande degli ascoltatori in occasione del settimanale “Matteo Risponde”. Il passaggio cruciale è stato quello su Equitalia: “Al 2018 non ci arriva”.
A cura di Davide Falcioni
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Via Equitalia entro il 2018: la notizia arriva alle 22, mentre il Presidente del Consiglio partecipa al "rituale" #Matteorisponde, la diretta facebook in cui Renzi si sottopone al fuoco di domande degli ascoltatori. "Le diamo una notizia – spiega a uno di questi -.  Stiamo riorganizzando le agenzie e credo che Equitalia al 2018 non ci arriva". Secondo il premier è necessario modificare il sistema di riscossione delle tasse perché sia sempre più a disposizione del cittadino e non vessatorio verso il cittadino”. E' stato questo il passaggio cruciale della diretta di oggi, anche se non sono mancate critiche feroci a chi ha commentato negativamente i dati sull'occupazione diffusi stamattina dall'Inps, che segnalano una netta riduzione delle assunzioni e dei contratti a tempo indeterminato: "Chi dice che abbiamo una crisi dell’occupazione, dice clamorose balle”. "Oggi ne abbiamo lette di tutti i colori – ha proseguito il capo del governo -. Gli incentivi hanno funzionato: evviva. Vedo dei musi lunghi per questo, ma il compito degli incentivi è agevolare le assunzioni e per questo hanno funzionato. Abbiamo avuto 353mila contratti a tempo indeterminato sui 398mila posti di lavoro in più”.

Matteo Renzi non ha ignorato il tema del referendum sulle riforme costituzionali e, dopo aver criticato l'Anpi che ha invitato a votare "No", ha annunciato: "Sabato ci sarà il lancio della campagna del sì con il sito ‘Bastaunsì’. Io sono il primo ad avere l’interesse a parlare nel merito della riforma", tuttavia ha confermato: “Se perdo è ovvio che vado a casa, questo vuol dire che contano più le idee piuttosto che una poltrona. Vorrei vedere i commenti del giorno dopo, quando perderanno il referendum: ‘Questo referendum non era importante…’. Noi siamo seri e diversi da loro. Noi non saremo mai aggrappati ad una poltrona". A chi ha criticato l'Italicum, paragonandolo alla Legge Acerbo, ha replicato: "Pensi di essere simpatico, divertente, ma le leggi fascistissime che sono andate dal ’24 al ’26 non sono un giocattolino, non sono una cosa su cui fare ironia, sono il simbolo della dittatura in questo Paese, che per venti anni ha avuto un atteggiamento vergognoso verso gli italiani. Ci si dovrebbe vergognare a usare parola fascista: c’è un livello oltre il quale non si dovrebbe scendere, lei lo ha superato".

Non è mancato un passaggio sulle tasse: "Dobbiamo andare di più nella direzione di dare una mano al ceto medio e alle famiglie. Stiamo discutendo come, se attraverso le aliquote Irpef o un sistema fiscale diverso. Andrà nella legge di stabilità del 2017: è un’assoluta priorità".

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