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Renzi e il Cav ristabiliscono l’ordine, Alfano pronto a staccare la spina

Un trionfo per Forza Italia, una vergogna per parte del Pd, una liberazione per i Falchi. L’incontro Renzi-Berlusconi è orientato a rimettere le cose al livello di un tempo e a spingere Alfano a staccare la spina a Letta.
A cura di Carlo Tarallo
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Un “trionfo”. Dalle Parti di Forza Italia non si usano mezze misure. L’incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi ha già dato i frutti sperati in termini mediatici e politici, riportando l’ex premier al centro della scena. La lettura dei giornali di oggi ha ulteriormente galvanizzato l’entourage. Ma lui, il Capo, sa che la partita non è ancora chiusa. Lo sarà domani (lunedì) quando la direzione del Partito Democratico si esprimerà sulla proposta definitiva di legge elettorale che sarà illustrata da Renzi. L’accordo, infatti, è allo stesso tempo chiuso e sigillato ma anche “aperto” a eventuali accorgimenti dell’ultimo minuto.

Ansie da sbarramento, l'ira "tattica" di Angelino – Renzi e Berlusconi infatti hanno stretto l’intesa prevedendo la bufera che (puntualmente) si è scatenata un minuto dopo. E sulla soglia minima che si giocano i supplementari della partita. Silvio e Matteo la vogliono alta, addirittura dell’8% per i partiti in coalizione, ma anche l’ottimistica previsione del 5% è comunque molto dura da superare per tutti i partiti piccoli, a cominciare dal Nuovo Centro Destra, che è sempre più il vero punto debole del governo di Enrico Letta. Oggi Angelino Alfano ha fatto la voce grossa: tattica pura. Il vicepremier infatti è guardato con sospetto soprattutto all’interno del suo stesso partito. Per “Angelino” non ci sarebbe nessun problema a tornare in Forza Italia, ora che anche gli odiatissimi falchi hanno ridimensionato, e di molto, le loro pretese.

Falchi accontentati (e ridimensionati) – Daniela Santanchè ha ricevuto ufficialmente l’agognata nomina come responsabile della raccolta fondi del partito, Berlusconi ha accontentato sia lei che il suo supersponsor Denis Verdini, che con la pitonessa forma ormai un sodalizio d’acciaio ma che a un punto vero di rottura con Berlusconi non è mai arrivato e mai arriverà: dopo il braccio di ferro sul futuro ruolo di Giovanni Toti, si è dedicato (e molto bene) alla legge elettorale. Ma se per Alfano le porte di Forza Italia sono aperte, per molti (quasi tutti) i transfughi del NCD resteranno inesorabilmente chiuse. NCD: solo Alfano può "tornare a casa" Nunzia De Girolamo, che insieme ad Alfano era riuscita a mantenere un buon rapporto con i vertici di FI, è stata azzoppata dalla vicenda dell’Asl di Benevento; per gli altri (Lupi, Quagliariello, Lorenzin, Formigoni, Cicchitto e soprattutto Renato Schifani) un rientro in Forza Italia è da escludere. Che faranno? Confluiranno nell’ennesimo “centrino”, quello che sta cercando di mettere in piedi Mario Mauro? Non si sa. Tensione tra Enrico e Angelino Quello che si sa è che un’altra frattura importante per ciò che accadrà nei prossimi giorni è quella che si è consumata tra Alfano e Enrico Letta, che poco anzi pochissimo ha fatto per “garantire” il suo vicepremier. Quando gli è stato spiegato dallo zio Gianni che il governo può andare benissimo avanti un altro anno e che in ogni caso una poltrona “europea” non gliela toglie nessuno, il premier si è “allineato” in trenta secondi, tentando addirittura di cavalcare l’accordo.

Fassina infuriato: non ne azzecca più una – E così dal fronte "antirenzi" del Pd è rimasto solo Stefano Fassina a mostrare tutto il suo disappunto attaccando a testa bassa: pensava che il governo stesse per andare a casa, l’ambizioso e astuto Fassina, quando si è dimesso recitando la parte dell’ “hombre vertical” dopo la battuta di Renzi. Ora, che vede invece meno improbabile una tenuta dell’esecutivo, si mangia le mani e tenta di assicurarsi quel ruolo di leader della minoranza interna che potrebbe garantirgli una ricandidatura senza troppi affanni. Il “no”alle preferenze, infatti, blinda la facoltà dei leader dei partiti di determinare comunque gli eletti e i non eletti. Quandi piddini rischieranno la poltrona per tenere fede alla linea fassiniana? L'ultima trappola .E così, a far scattare il “trappolone” finale e ad accelerare il ritorno alle urne non potrà che essere Angelino Alfano. Se la soglia di sbarramento sarà alta come si prevede, il vicepremier avrà il pretesto per staccare la spina. E la colpa non sarebbe né di Renzi né di Berlusconi…

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