Renzi dice no ai provvedimenti di “squalifica” per Berlusconi e Grillo
E’ un fiume in piena il sindaco di Firenze, Matteo Renzi . Dopo aver criticato aspramente il Movimento Cinque Stelle durante il Salone del libro di Torino qualche giorno fa, questa mattina è tornato sul tema parlando ai microfoni di RMC ospite dell’Alfonso Signorini Show. Ancora una volta l’argomento caldo è la diaria e gli scontrini di cui "dovrebbero parlare meno" Grillo & c. "Mi piacerebbe che le idee che ha espresso si realizzassero, invece vedo che stanno sempre a discutere su quei quattrini e le indennità", dice Renzi. Al contrario, sottolinea, "loro, come anche gli altri dovrebbero dare l'esempio. Loro di più, perché sono la novità".
Parlando di temi di attualità politica, Renzi è intervenuto anche sulla questione che riguarda l’ineleggibilità di Berlusconi, di cui si è discusso molto in queste ultime ore, oltre che sulla proposta “anti-movimenti” del Pd, affermando in sintesi di essere contro "ogni tipo di provvedimento di squalifica" dal Parlamento dei due leader. "E' allucinante – secondo il sindaco di Firenze – pensare di fare una legge, 19 anni dopo che Berlusconi è stato eletto per la prima volta e poi è sempre stato rieletto, non con il mio voto, per dire che è ineleggibile, per farlo fuori". Stesso discorso vale per le ipotesi di legge "per dire che i movimenti non possono correre alle elezioni. Se vogliamo vincere non possiamo squalificare" afferma Renzi.
E sul suo futuro? “Quando arriverà la prossima occasione, vincendo, non perdendo, probabilmente me la gioco”. Renzi ha riparlato della sua sconfitta alle primarie 2012 e rivendicato di non aver chiesto compensazioni: “La politica va oltre la sistemazione personale”, perché la politica “è sogno, speranza, bellezza”. Non mancano gli argomenti più soft. E a proposito della foto stile Fonzie, con jeans e giubbotto in pelle, pubblicata sul settimanale Chi, spiega: “Mi piace molto l'idea di poter sdrammatizzare e ‘demitizzare' i politici”. Per Renzi, che ha fatto riferimento al film ‘No' dedicato alla campagna contro Pinochet per il referendum cileno del 1988, i politici “troppo seriosi” poi “fanno una brutta fine”.