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Renzi alla direzione Pd: “Definire cosa significa essere di sinistra oggi”

“Siamo l’unica speranza perché gli italiani escano dalla palude” ha spiegato il segretario Pd ai suoi durante la direzione del partito.
A cura di Antonio Palma
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"Oggi non facciamo conclusioni, o facciamo conclusioni che alimentano la discussione, perché pensare di concludere la questione della forma partito con una sola Direzione è insufficiente" , lo ha spiegato oggi il Premier Matteo Renzi aprendo la Direzione del Partito Democratico, dedicata oggi alla discussione sul partito. Il segretario del Pd ha esordito ricordando che comunque la "Legislatura arriverà al 2018″ ed elencando cinque possibili argomenti che hanno come oggetto la forma del partito nel futuro tra cui il ruolo del partito dentro la comunità internazionale, sui temi della democrazia economica dello sviluppo e della globalizzazione, e nella relazione con la piazza. A proposito di quest'ultimo punto Renzi ha attaccato duramente la scelta di Grillo di andare a Genova tra i cittadini colpiti dall'alluvione ricordando che chi cerca di strumentalizzare viene contestato perché " identificato come chi vuole fare campagna elettorale speculando sulle disgrazie". Attacco al M5S anche sul caso delle recenti espulsioni. "È imbarazzante che il M5S abbia espulso qualcuno, non per una linea contraria ma perché chiedeva l'organigramma" ha spiegato Renzi, scherzando: " Allora tra di noi ci dovremmo espellere vicendevolmente appena ci guardiamo, per primo io".

Partito che vince e a vocazione maggioritaria

Come primo punto "Dobbiamo definire cosa essere di sinistra nel 2014" ha sottolineato Renzi, aggiungendo: "Per me è di sinistra un partito che favorisce l'opportunità, non tarpi le ali a chi ci prova sezna dimenticare chi rimane indietro". "Il secondo punto è un partito che vince. Innanzitutto approvando una legge elettorale che ci dà un vincitore" ha spiegato il segretario Pd, insistendo sull'esigenza di avere un vincitore certo dalle urne elettorali. "Il terzo punto è un partito che si allarga con una vocazione maggioritaria" ha spiegato Renzi, ribadendo di voler tenere nel partito sia l'ala più di sinistra sia quella centrista. "Il Pd deve essere un partito che vince e che, avendo una vocazione maggioritaria, sia in grado di contenere realtà diverse: da Gennaro Migliore ad Andrea Romano ci sia spazio di cittadinanza piena. Uno spazio certo non esclusivo che però nel Pd non ce l'ha nessuno, neanche il segretario" ha spiegato Renzi.

Il tesseramento Pd e la scelta dei candidati

"Il quinto punto è la selezione" ha proseguito Renzi facendo riferimento ad un altro dei temi caldi della discussine nel partito, il calo dei tesserati. "Il tema del tesseramento è un po' più serio del numero delle iscrizioni" ha però avvertito il segretario Pd, ribadendo le numerose incongruenze sugli iscritti a livello regionale. "Il combinato disposto tra primarie e esperienza amministrativa ha in alcuni casi prodotto pasticci: difendo le primarie, ma senza adeguata preparazione qualcuno dei nostri si è trovato arreso. Il tema esiste, ma formazione politica significa studio, discussione e capacità di ascolto" ha sottolineato Renzi, aggiungendo: "In molti casi si sceglie con le primarie. In altri, sceglie il gruppo dirigente". "Siamo l'unica speranza perché gli italiani escano dalla palude, perché se non ci siamo noi, c'è il populismo demagogico" ha concluso il segretario Pd.

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