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Renzi: “Sì a Junker, ma solo con una strategia chiara”. Ma il premier litiga con la Merkel

Il Presidente del Consiglio intervenuto al vertice del PSE a Ypres, in Belgio: “Se vogliamo bene all’Europa, dobbiamo darci una smossa”.
A cura di Davide Falcioni
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UPDATE: Si è conclusa intorno alle 21 la cena tra i 28 capi di stato e di governo a Ypres, in Belgio, dove si è tenuta la prima sezione del Consiglio d'Europa. Le discussioni sul futuro presidente riprenderanno domani, anche se sembra certo che si tratterà di Junker, che ha incassato il via libera anche da Matteo Renzi. Nel frattempo il premier italiano sarebbe stato protagonista di un momento di tensione con Angela Merkel. Secondo quanto affermano alcune fonti, il primo ministro italiano avrebbe attaccato la cancelliera tedesca: "Noi rispettiamo e rispetteremo i patti: non faremo come fece la Germania nel 2003", avrebbe detto Renzi. La discussione a quanto pare sarebbe scoppiata intorno  alla possibilità di inserire o meno il cofinanziamento dei fondi Ue e il pagamento della Pubblica amministrazione nel Patto di stabilità.

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi dà il suo "via libera" alla nomina di Junker alla presidenza della Commissione Europea. Si tratta, però, di un sì condizionato, che pone come "paletto" la redazione di "un documento chiaro che indichi dove vuole andare l'Europa", ha detto il premier lasciando il congresso socialista. "E' passato il messaggio che avevamo dato anche noi, ma non da soli: prima di decidere i nomi si decidono le strategie. Su questo c'è il consenso di tutti il Pse. Mi sembra – ha proseguito  – che sul metodo da seguire per le nomine siamo tutti d'accordo".

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è arrivato a Ypres, dove si tiene il vertice del Partito Socialista Europeo, gruppo del quale fa parte anche il Partito Democratico. Il premier ha esordito affermando che "se vogliamo bene all'Europa, dobbiamo darci una smossa e occuparci di più di crescita e occupazione. Serve di più un'Europa delle famiglie non un'Europa della burocrazia", ha aggiunto il primo prima degli incontri tematici per definire la linea politica del Pse in Europa: "Si tratta di prendere atto del messaggio chiaro arrivato col voto. Un messaggio che fa riflettere per la forza e per il significato", ha detto ancora il presidente del Consiglio.

Van Rompuy: "L'UE ha bisogno di passi avanti coraggiosi"

Il tema centrale del vertice è quello delle riforme, che dovranno servire a favorire la crescita economica. In tal senso sarà necessario fare il punto sul Patto di Stabilità, che di fatto delimita i margini di azione possibili. Lo stesso Van Rompuy ha precisato: "L'Ue ha bisogno di passi avanti coraggiosi per aumentare gli investimenti, creare più e migliori posti di lavoro e incoraggiare le riforme per la competitività". Questo "richiede di fare buon uso della flessibilità che è contenuta nelle regole esistenti del Patto di Stabilità e crescita". "Le possibilità offerte dall'attuale quadro normativo per bilanciare la disciplina di bilancio con la necessità di sostenere la crescita devono essere utilizzate" è scritto nell'ultima bozza delle conclusioni del vertice Ue. "La prossima revisione della strategia Ue 2020 sarà una buona occasione per portarla pienamente in linea con questa agenda strategica. Tutte le nostre economie – prosegue Van Rompuy – devono continuare a perseguire le riforme strutturali".

Ecco i cinque pilastri per creare crescita economica

La tanto agognata crescita dovrà basarsi su cinque pilastri fondamentali: "Sfruttare pienamente il mercato unico in tutte le sue dimensioni", compreso lo sviluppo digitale. Quindi sarà importante "promuovere un clima di imprenditorialità e creazione dell'occupazione tenendo conto della protezione di consumatori e dipendenti così come le preoccupazioni ambientali e sanitarie". Altro punto importante è l'invito a "investire e preparare le nostre economie per il futuro sviluppando i mercati di capitali e mobilitando i mezzi della Bei", ma anche "rafforzare la capacità di attrazione globale dell'unione come luogo di investimenti e produzione". In questo quadro si pone lo sviluppo dell'accordo di libero scambio con gli Stati Uniti.

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