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Regno Unito, classe in punizione: bambina di 11 anni accusa maestra di crimini di guerra

Protagonista della vicenda, accaduta a Glasgow, è la figlia dello scrittore britannico Mason Cross, noto a livello nazionale.
A cura di G. L.
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Ava Bell, la protagonista della vicenda
Ava Bell, la protagonista della vicenda

“Il professore mi ha preso di mira”. È questa la frase con cui molti scolari sono soliti giustificare dinanzi ai propri genitori i voti non proprio eccezionali di compiti e interrogazioni. Con quella combinazione di innocenza ed emotività che un solo un teenager riesce ad avere, spesso gli alunni delle scuole medie e gli studenti di liceo arrivano ad ipotizzare complotti e persecuzioni messi in atto dai docenti contro di loro, diventati bersaglio indifeso delle frustrazioni di qualche insegnante e contro cui immagino di poter agire per via legale.

Ma c’è chi va oltre e si appella finanche al diritto internazionale per criticare una punizione ingiusta. È il caso di Ava Bell, studentessa undicenne di un istituto di Glasgow, nel Regno Unito nonché figlia dello scrittore di gialli Mason Cross, pseudonimo letterario di Gavin Bell.

Una punizione da “crimine di guerra”

Il personale scolastico aveva consegnato ad Ava un modulo da compilare utile a stilare una valutazione dei docenti da parte degli alunni. Alla domanda su quali fossero le cose su cui la sua insegnante potesse migliorare, la studentessa 11enne ha scritto “Non usare punizioni collettive, dato che non è giusto nei confronti di coloro che non hanno fatto nulla e che è considerato un crimine di guerra dalla Convenzione di Ginevra del 1949”. A parte un perdonabile errore di ortografia (“Genva”, al posto di “Geneva”), la critica mossa all’insegnante appare inoppugnabile, specie se si considera che per molti studenti interrogazioni, compiti e frequenza sono battaglie di una guerra quotidiana.

È stato proprio il padre di Ava a diffondere la notizia pubblicando una foto della risposta scritta dalla figlia sul suo account di Twitter, chiedendo ai propri follower se fosse il caso di metterla in punizione per la risposta indisponente o se premiarla con un gelato per la genialità della stessa. Fortunatamente, il pubblico ha propeso per la seconda opzione, ritenuta il giusto premio per aver detto ciò che pensava senza aver paura del ruolo superiore del docente.

Tuttavia, non manca chi afferma che sia stato lo stesso Gavin a suggerire alla figlia di rispondere così, insinuazioni cui lo scrittore risponde affermando che, se così fosse stato, avrebbe evitato eventuali errori ortografici. Il padre di Ava ci ha anche tenuto a precisare che la figlia ha comunque un ottimo rapporto con l’insegnante ma che, evidentemente, non aveva proprio digerito quella punizione collettiva. Intervistato dalla Bbc, Gavin ha affermato che la risposta data da Ava è frutto del suo carattere, dato che anche a casa “non lascia mai cadere una discussione”.

Le regole della guerra

Le Convenzioni di Ginevra consistono in una serie di trattati inserita nel corpo giuridico delle norme di diritto internazionale il cui obiettivo è stabilire quali comportamenti non è ammissibile tenere in guerra. Dal 1949, le punizioni collettive sono considerate un crimine di guerra, dato che i nazisti, ma non solo, vi avevano fatto frequentemente ricorso durante il conflitto mondiale.

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