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Reggio Calabria, pestato a sangue nella canonica: monsignor Costantino in coma

L’ex portavoce del Sinodo dei vescovi è stato aggredito da almeno 10 persone. Ora lotta tra la vita e la morte.
A cura di G. L.
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Monsignor Giorgio Costantino
Monsignor Giorgio Costantino

Lo hanno aggredito nella canonica della Chiesa del Divino Soccorso, periferia sud di Reggio Calabria. monsignor Giorgio Costantino è stato picchiato a suon di calci e pugni nella notte tra 23 e 24 maggio da un gruppo di ragazzi che, secondo la stampa locale, conterebbe almeno una decina di persone. Ignote le ragioni che hanno condotto alla colluttazione, così come non si conoscono ancora i nomi degli autori.

Stando ad una prima ricostruzione, l’assalto sarebbe avvenuto a notte inoltrata, probabilmente intorno all’una, quando il gruppo di giovani responsabili dell’accaduto avrebbe forzato il cancello d’ingresso della canonica parrocchiale per introdursi nel cortile. Allertato dai rumori provenienti dall’esterno, Monsignor Costantino sarebbe uscito a controllare che cosa stesse accadendo e per tentare di cacciare via gli intrusi, tutti italiani, secondo le indiscrezioni attuali.

Non sono noti i dettagli, ma l’aggressione sarebbe stata decisamente violenta: i giovani avrebbero circondo Monsignor Costantino tirandogli pugni e calci. Solo l’esortazione di uno di loro a fuggire per paura di aver ucciso il sacerdote sarebbe riuscita a porre fine alla violenza, consentendo, poi, all’ex portavoce del Sinodo dei vescovi di chiamare i soccorsi.

Ora, però, le sue condizioni appaiono gravissime. Trasportato all’ospedale in stato di coscienza, seppur gravemente ferito, Monsignor Costantino sarebbe sprofondato in coma la mattina successiva all’aggressione, al punto da rendere necessario un delicato intervento neurochirurgico per ottenere una riduzione dell’ematoma cerebrale che ne minaccia la vita.

I carabinieri sono al lavoro per identificare i responsabili dell’accaduto e per capire la ragione dell’effrazione da parte del gruppo. Le informazioni attualmente a disposizione non lascerebbero pensare ad un tentativo di furto: sembrerebbe più probabile che i giovani si fossero introdotti nella chiesa per vandalizzarla, cosa già accaduta nel settembre del 2016 per mani di ignoti. C’è chi sostiene, invece, che i dieci ragazzi volessero semplicemente giocare a calcio.

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