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Reggio Calabria: esce dal coma il sacerdote aggredito da gang, fermato l’aggressore

I carabinieri hanno arrestato un 25enne con precedenti di polizia che frequentava la zona della chiesa. Intanto don Giorgio Costantino si è risvegliato dal coma farmacologico.
A cura di Antonio Palma
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Dopo due giorni di coma farmacologico, oggi si è finalmente svegliato don Giorgio Costantino, il parroco di Reggio Calabria aggredito brutalmente la notte del 23 maggio scorso nel cortile della sua canonica alla periferia sud della città da una gang di ragazzini che lui aveva sgridato poco prima. Dopo l’intervento chirurgico a cui è stato sottoposto agli ospedali Riuniti di Reggio Calabria, don Giorgio infatti è stato risvegliato dai medici e ha potuto parlare brevemente con i familiari che ha riconosciuto normalmente.

Intanto ci sono nuovi e importanti sviluppi sulle indagini sul caso. I carabinieri infatti hanno arrestato uno dei presunti responsabili dell'aggressione che lo stesso sacerdote avrebbe riconosciuto come in uno dei ragazzi che abitualmente frequenta la piazza fuori dalla chiesa e col quale in passato già vi erano stati degli screzi a causa di alcuni comportamenti contestati dal parroco.  Si tratta di un giovane di 25 anni, G. G., con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio.

Il fermo del giovane ordinato dalla locale Procura del Repubblica, è arrivato sia grazie all'attività di controllo e conoscenza del territorio dei militari sia alle immagini riprese dagli impianti di videosorveglianza della zona. Il 25enne ora deve rispondere di tentato omicidio, aggravato dai futili motivi. Gli inquirenti sono ora  al lavoro per individuare il branco che era con lui la notte dell’aggressione e per chiarire il movente che ha spinto il gruppo di giovani ad entrare in piena notte nel cortile della canonica e massacrare di botte il prete 74enne

Dopo aver forzato il cancello, i giovani sarebbero stati richiamati dal parroco, che forse ha minacciato di avvertire le forze dell’ordine, ma loro per tutta riposta lo avrebbero circondato iniziando a spintonarlo e probabilmente a minacciarlo. Poi uno di loro si sarebbe accanito con schiaffi, calci e pugni fino a lasciarlo esanime a terra.

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