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Reggio Calabria, Curia blocca la messa per i 70 anni dalla morte di Mussolini

“Il Duce fu trucidato”, e per questo motivo il movimento politico Alleanza Calabrese aveva deciso di commemorare con una messa il 70esimo anniversario della sua morte.
A cura di Biagio Chiariello
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Benito Mussolini nel 1925.
Benito Mussolini nel 1925.

Una messa per ricordare i 70 anni dalla morte di Benito Mussolini ed i caduti della Repubblica Sociale Italiana avrebbe dovuto essere celebrata a Reggio Calabria, oggi martedì  28 aprile, a 70 anni dalla fucilazione dell’ex capo del Fascismo. Un celebrazione che ha scatenato un turbine di polemiche. Critiche e commenti che, alla fine, hanno spinto la Diocesi a bloccare la messa per “evitare strumentalizzazioni politiche”. In un comunicato stampa la Curia Metropolitana di Reggio Calabria–Bova afferma: “Preso atto delle dichiarazioni rese per solennizzare l'evento, dispone che, pur essendo lecito celebrare la Santa Messa in suffragio dei defunti, per l'occasione, la Celebrazione venga sospesa per la strumentalizzazione della stessa per fini politici”.

Poi è arrivata una ulteriore precisazione sui motivi dello stop: "Non ha nulla a che vedere con l'ordine pubblico, d'altra parte non è mai successo nulla, ma verosimilmente la motivazione sta nei 700-800 mila euro che il Sindaco di Reggio Calabria versa ogni anno alla Caritas diocesana. La motivazione per non dire una Messa a Mussolini o a Gramsci non c'è, è stato un accordo stretto a tavolino". Lo ha detto uno degli organizzatori della messa ed ex consigliere provinciale di Reggio Calabria, Franco Perrelli. "È stato messo in discussione l'elemento della pietas – ha aggiunto – perchè la celebrazione di una santa messa ad un defunto è un gesto cristiano. Da sessant'anni la messa in suffragio di Mussolini si è sempre celebrata, non solo a Reggio Calabria. È un dato incontrovertibile. Mons. Morosini non si doveva permettere di far chiudere la chiesa per la celebrazione di una santa messa in suffragio di un defunto. Tutto questo è aberrante»".

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A volere la messa era stato il Movimento politico Alleanza Calabrese, i cui componenti ritengono che la morte di Mussolini “fu un vero e proprio omicidio. Benito Mussolini fu trucidato”. La funzione doveva essere celebrata alle 11 nella chiesa di San Giorgio al Corso e successivamente i partecipanti si sarebbero dovuti recare nei pressi della stele di Ciccio Franco, il leader dei moti di Reggio Calabria, “per un momento di riflessione e di preghiera”. Il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà aveva chiamato in causa il vescovo: “Spero che la Curia sia a conoscenza di questa iniziativa, basata su un presupposto storicamente errato”. Ma il presidente del Movimento Alleanza Calabrese, Enzo Vacalebre, ha fatto notare come la messa in ricordo di Mussolini “ha radici molto lontane”, ma quella di oggi avrebbe dovuto avere “un significato più profondo perché ricorre il settantesimo di quello che noi definiamo l'omicidio di Mussolini. Mussolini è stato trucidato con gli altri gerarchi. Fu un'esecuzione vera e propria decisa senza un processo. Ci auguriamo che in molti saranno presenti domani per ricordare i 70 anni di questo omicidio".

Il messaggio era stato rilanciato sul sito Facebook del movimento, contribuendo ad alimentare la protesta e la polemica. Si erano sollevato il Comitato provinciale di Reggio Calabria dell'Associazione nazionale partigiani d'italia (Anpi), parlando di "iniziativa del tutto fuori luogo. Perché dissennata e perché tende a fare di Mussolini una vittima, mentre tutti sanno che le vittime furono i milioni di morti della guerra nazifascista". Di “iniziativa oltraggiosa” ha parlato il Pd calabrese, attraverso il segretario regionale Ernesto Magorno e il segretario provinciale di Reggio Calabria, Sebi Romeo, i quali hanno affermato: “Un’iniziativa chiaramente politica che riteniamo sia offensiva dei principi cardine della nostra Carta Costituzionale e che ci auguriamo nessuno a Reggio Calabria avalli, a partire dal celebrante della Santa Messa in programma”.

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