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Reggio Calabria: chiesti 4 milioni di risarcimento per una vignetta satirica contro una centrale a carbone

Quattro attivisti di un’organizzazione ambientalista sono stati citati per danni dalla SEI Spa, società che dovrà realizzare una centrale a carbone a Saline Joniche. La loro colpa? Aver disegnato una vignetta satirica…
A cura di Davide Falcioni
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Quattro milioni di euro di risarcimento per una vignetta. E' quanto ha chiesto Sei Spa a Paolo Catanoso, Noemi Evoli, Giuseppe Toscano, Domenico La Rosa, quattro attivisti vicini al Coordinamento dell'Area Grecanica No al Carbone, che da anni lottano contro il progetto di una nuova centrale a carbone a Saline Joniche ed hanno realizzato mesi fa una vignetta satirica. Per questo sono stati citati in giudizio dall'azienda titolare del progetto – sei Spa, per l'appunto – per aver diffuso immagini e testi che la compagnia ritiene lesivi per la propria immagine. I principali azionisti della società sono il gruppo italiano Hera e quello svizzero Repower, che non si sono fatti scrupoli di denunciare i quattro giovani. Oggi a Reggio Calabria ha inizio la prima udienza del processo.

Ai quattro attivisti è arrivato il sostegno di Greenpeace: "Un risarcimento di ben 4 milioni di euro, questa la cifra chiesta agli attivisti, per aver dimostrato il proprio legittimo dissenso ad uno scempio al territorio, ennesima minaccia fossile all'ambiente, al clima e all'economia. Lottare per il diritto all'ambiente e alla salute, denunciando, anche con la satira, chi inquina, varrebbe quindi 4 milioni di euro, ma quanto costa costruire ex novo una nuova centrale a carbone, sulle macerie di un polo chimico mai entrato in produzione?". L'organizzazione, celebre in tutto il mondo per le sue battaglie ambientaliste, ha citato uno studio commissionato all'istituto di ricerca Somo, che ha preso in analisi gli impatti economici e sanitari della presenza di centrali a carbone in Italia. "Applicando – afferma Greenpeace – quella stessa metodologia ai dati tecnici del progetto di Saline, emerge che la realizzazione di quell'impianto causerebbe 44 casi di morte prematura l'anno e danni economici (sanitari, ambientali, climatici) pari a 357 milioni di euro l'anno".

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