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Regeni, le rivelazioni shock: “Torturato con scosse elettriche”

Secondo l’agenzia Reuters, sarebbero i risultati dell’autopsia egiziana sul corpo del giovane studente italiano. Dal Cairo però non confermano secretando gli atti dell’inchiesta.
A cura di Antonio Palma
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Mentre si cerca di dare ancora una identità alle persone che lo hanno fermato e portato via contro la sua volontà al Cairo, sul caso dello studente italiano Gulio Regeni trovato morto in Egitto emergono particolari sempre più agghiaccianti. Dopo le rivelazioni del quotidiano Usa New York Times che ha parlato di agenti dei servizi segreti egiziani che lo avrebbero scambiato per una spia, nuove indiscrezioni, questa volta riferite in esclusiva dell'agenzia Reuters, parlando addirittura di torture. L'agenzia infatti rivela alcuni dei risultati che sarebbero emersi dopo l'autopsia sul corpo del giovane ricercatore friulano scomparso il 25 gennaio mentre camminava in strada per recarsi ad un appuntamento dove non è mai giunto.

Sul corpo si Regeni infatti i medici legali egiziani avrebbero accertato "sette costole rotte, segni di scosse elettriche sui genitali, lesioni traumatiche e tagli inferti con lame affilate su tutto il corpo, lividi e abrasioni e anche un’emorragia cerebrale". Notizie che se confermate potrebbero avvalorare l'ipotesi di una lunga tortura per lo studente italiano prima dell'assassinio. Dalla Procura generale del Cairo al momento però non arrivano né conferme né smentite visto che il referto autoptico è stato secretato. Anche per questo il legale della famiglia Regeni, l'avvocato Alessandra Ballerini, ha invitato alla cautela spiegando che "è difficile avere riscontri su testimonianze egiziane, dobbiamo fidarci delle fonti ma intanto viene pubblicato di tutto". La famiglia al contrario punta molto sull'inchiesta italiana avviata dalla Procura di Roma.

La Procura Capitolina aveva a sua volta chiesto una perizia che aveva parlato di morte sopraggiunta per un "violento colpo al collo". Mentre si rincorrono le notizie i magistrati romani però si muovono anche su altri fronti e appena ieri il pubblico ministero Sergio Colaiocco, titolare dell’inchiesta sulla morte di Regeni, ha ascoltato la sorella di Giulio, Irene, un’amica, due professori e tre ricercatori suo conoscenti e amici. Le indagini tecniche invece sono state affidate la Ros dei carabinieri che stanno analizzando materiale informatico fornito dai familiari.

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