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Referendum Costituzione, Renzi: “L’Italia aspetta da anni, sono qui per fare le riforme”

Durante un’intervista rilasciata ai microfoni di Rtl 102.5, Matteo Renzi ha parlato a lungo della referendum sulla riforma costituzionale previsto per il prossimo autunno. Il Ddl Boschi è un provvedimento che “da trent’anni tutti dicono di volere” e, secondo il presidente del Consiglio, non esistono motivi fondati per votare “no”, se non per attaccare strumentalmente il suo governo.
A cura di Charlotte Matteini
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Matteo Renzi ospite a Porta a Porta

Stamane il presidente del Consiglio Matteo Renzi, durante una lunga intervista rilasciata alla radio Rtl 102.5, è intervenuto affrontando numerose questioni politiche, prima fra tutte la vicenda giudiziaria che vede implicato Simone Uggetti, sindaco di Lodi in quota Partito Democratico arrestato ieri dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza nell'ambito di un'indagine per turbativa d'asta. Secondo l'accusa, Uggetti avrebbe avrebbero "alterato il libero svolgimento della gara attraverso il confezionamento del bando con l'espresso riconoscimento di punteggi che potessero in concreto favorire la Sporting Lodi SSD e garantirle il buon esito dell'appalto".

"La questione morale c'è dappertutto. C'è nella politica italiana. Chi oggi dice che non c'è, non sarebbe credibile. È evidente che quando hai 50mila amministratori, è possibile che ci siano varie ipotesi di questioni morali", ha dichiarato ai microfoni di Rtl, commentando il caso Uggetti.

L'intervista è poi proseguita affrontando vari argomenti, in particolare il presidente del Consiglio ha parlato a lungo della riforma costituzionale che sarà oggetto di referendum confermativo nel prossimo autunno, probabilmente a ottobre, la cui campagna è partita ufficialmente due giorni fa. Secondo Matteo Renzi, la riforma Boschi è ciò che l'Italia aspetta da anni per uscire dall'immobilismo causato dal bicameralismo perfetto, che di fatto fornirebbe uno strumento di "ostruzionismo" vero e proprio, capace di portare alla paralisi dell'attività legislativa a causa del continuo rimpallo dei provvedimenti tra Camera e Senato, allungando a dismisura i tempi per l'approvazione delle nuove leggi: "La Camera guarda una legge, poi il Senato la riguarda, cambia una virgola, torna alla Camera, allora la Camera siccome ha cambiato una virgola ci mete i due punti e la rimanda al Senato, un ping pong estenuante mentre la gente che lavora dice ‘avete tempo da perdere, anziché discutere di cose concrete vi esercitate in un confronto tra di voi che non serve a niente'".

Matteo Renzi sostiene infatti che il primo obiettivo della riforma costituzionale sarà quello di "evitare che Camera e Senato facciano lo stesso lavoro". Non solo, anche sul fronte della riduzione del numero dei parlamentari e dei relativi costi il Ddl Boschi sarebbe in grado di dare una risposta concreta ai cittadini, un cambiamento che "da trent’anni tutti dicono di volere". Secondo Renzi, infatti: "Questa riforma dice ‘meno politici': oggi abbiamo 945 stipendi parlamentari, per altro alti, passiamo da 945 a 630, cioè – 33% di incarichi parlamentari e a me sembra un passaggio storico. Punto due, le Regioni: le Regioni hanno troppi poteri, sono confuse, mettono il naso dappertutto, e ci sono dei Presidenti di Regione che prendono più di Obama. Allora abbiamo detto che un Consigliere regionale non può prendere più del sindaco del Comune capoluogo, riduciamo le spese ma non solo, chiariamo le competenze della Regione e quelle dello Stato".

Secondo il presidente del Consiglio non esisterebbero motivi fondati per votare "no" al referendum costituzionale di ottobre. "Questa riforma dice semplicemente che l’Italia diventa un po’ più semplice", sostiene Renzi, che prosegue chiedendo ai propri detrattori di discutere nel merito del provvedimento e di non cercare di affossarlo solo per attaccare il governo. E se la riforma non dovesse passare? Matteo Renzi ribadisce, come già più volte dichiarato, che a ottobre si giocherà il tutto per tutto: "Mi hanno chiamato qui per fare le riforme, se le riforme non vanno bene ne prenderanno un altro, mi sembra una cosa logica e banale, io non posso essere come i vecchi politici di una volta che si mettono il Vinavil e l’Attack alla poltrona e che una volta messi a lavorare stanno dalla mattina alla sera a cercare il modo di tenersi la poltrona".

Alla domanda: "Cosa risponde a chi sostiene che lei stia puntando tutto sul referendum perché ha paura di prendere una bella botta alle amministrative?", il presidente del Consiglio ha risposto che la sua salita a Palazzo Chigi si è resa necessaria due anni fa proprio a causa dell'instabilità generata dal bicameralismo perfetto e proprio a causa di questa impasse "si è dovuta fare un’operazione diversa incentrata sulle riforme e quindi le riforme sono l’elemento chiave della vita del Governo, non le amministrative". Matteo Renzi ha poi sostenuto che di questi meccanismi tattico-politici del "chi-vince-cosa" agli elettori non interessano e che i cittadini si preoccupano di altre cose: "A loro interessa se riusciamo finalmente a investire più soldi sulla scuola e sull’edilizia scolastica per evitare che ci siano dei problemi nelle classi dei propri figli. Domani il Ministro Giannini presenta 52 scuole nuove che vengono, con i 52 sindaci, costruite con tecniche innovative, efficienza energetica, accanto ai soldi della manutenzione ordinaria che mettiamo sui vecchi edifici", non chi vince a Roma, Torino o Milano.

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