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Reddito di base: la Svizzera vota per dare un assegno mensile a “tutti” i cittadini

Si chiama “reddito di cittadinanza incondizionato”, una proposta di legge che prevede l’erogazione di una determinata somma di denaro destinata a chiunque viva in Svizzera, senza tener conto della situazione patrimoniale esistente. Il prossimo 5 giugno, i cittadini svizzeri saranno chiamati al voto per esprimersi sulla questione, ma la campagna referendaria si annuncia rovente.
A cura di Charlotte Matteini
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Introdurre un reddito di cittadinanza incondizionato. La proposta è stata presentata in Svizzera alla fine del 2013, raccogliendo oltre 126mila firme a sostegno e il prossimo 5 giugno i cittadini svizzeri saranno chiamati al voto, per pronunciarsi sulla questione. Il testo presentato prevede, in pratica, che la Confederazione elvetica si impegni a corrispondere una determinata somma di denaro a chi vive in Svizzera, senza però tener conto delle condizioni patrimoniali dei destinatari di questo "reddito di cittadinanza". L'obiettivo, secondo i promotori del referendum, è concedere a tutta la popolazione la possibilità di "condurre una vita dignitosa e di prendere parte alla vita pubblica". Qualora i cittadini svizzeri dovessero approvarla, le Camere federali dovrebbero definire in seguito l'ammontare dell'importo e i canali di finanziamento del nuovo strumento di welfare. La proposta di legge è stata al centro di numerose polemiche durante questi ultimi due anni. I contrari la definiscono "utopistica", i favorevoli invece sostengono siano disponibili abbastanza risorse economiche per realizzarla.

Il Consiglio federale e le Camere si sono schierati contro la proposta, sostenendo esistano "problemi di sostenibilità". Secondo il Governo, il finanziamento della misura implicherebbe oneri di copertura così alti da imporre aumenti d'imposte e tasse e ingenti tagli alla spesa pubblica, i quali potrebbero generare un "indebolimento dell'economia svizzera". Secondo gli esponenti contrari alla proposta, l'introduzione di un sussidio così strutturato genererebbe nelle persone che dispongono di entrate inferiori o di poco superiori al reddito di base un pesante disincentivo al lavoro. Insomma, per il Governo e le Camere si tratterebbe di "un esperimento troppo rischioso".

Dall'altra parte, però, i comitati promotori sostengono che questo nuovo reddito di cittadinanza andrebbe a sostituire gran parte delle prestazioni sociali e dei sussidi attualmente erogati e quindi il suo finanziamento verrebbe compensato dall'eliminazione dei vecchi strumenti di welfare. Soprattutto, i promotori puntano a far comprendere ai propri concittadini che il principio fondante per l'introduzione del reddito di base così strutturato sarebbe di fornire una prospettiva d'esistenza più dignitosa per tutti.

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