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Rai, il caso dell’Editto bulgaro bis contro i programmi anti-Berlusconi

La presunta lettera del 2010 che il consigliere di amministrazione Rai inviò a Berlusconi per segnalare le trasmissioni contro il governo guidato allora dall’ex Premier.
A cura di Antonio Palma
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Quando Silvio Berlusconi era al governo nel 2010, in Rai ci sarebbe stato un vero e proprio programma di azione contro le trasmissioni sgradite all'allora Premier. È quanto rivela Il Fatto quotidiano pubblicando una lettera indirizzata proprio a Berlusconi e attribuita al consigliere di amministrazione Rai ed ex parlamentare di Forza Italia Antonio Verro, nella quale si segnalano otto trasmissioni "fortemente connotate da teoremi pregiudizialmente antigovernativi”. Nella missiva datata 25 agosto 2010, oltre all'elenco delle trasmissioni sgradite, si legge: "I programmi sono inseriti nel palinsesto che il direttore generale ha già presentato, ma su cui il consiglio non può fare decisiva interdizione. Unico rimedio ipotizzabile sarebbe quello di mettere paletti relativi a composizione del pubblico, strettoie organizzative e scelta di ospiti politici (e non) delle suindicate trasmissioni, tramite i direttori di rete”. Nel mirino trasmissioni generaliste come Annozero, Ballarò e Che tempo che fa, ma anche trasmissioni di satira come "Parla con me" e "Glob". Nella missiva infine viene anche caldeggiata la nomina della Petruni a direttore di RaiDue "il prima possibile" per tenere sotto controllo la rete pubblica.

Verro smentisce

Il caso ha già scatenato numerose polemiche politiche tra chi chiede le dimissioni di Verro da consigliere del Cda Rai e chi lo difende parlando di macchina dell'intimidazione. Il diretto interessato, intervistato sempre dal Fatto, ha prontamente smentito di essere lui l'autore della lettera. "Il mio rapporto con Silvio Berlusconi è quarantennale. Che gli abbia potuto scrivere è plausibile" ha ammesso infatti Verro, aggiungendo però che è "impossibile che abbia potuto scrivere questo. Smentisco al 100 per cento. Anzi al 102 per cento". "Facevo mente locale al fatto che sono l’unico consigliere di amministrazione che si oppone alla riforma di Gubitosi. Fare uscire proprio adesso questa missiva significa una cosa sola: tentare di mettermi in difficoltà alla vigilia di un decisivo consiglio nel quale la riforma deve essere votata" ha concluso Verro.

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