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Rai e Formigli condannati a risarcire la Fiat per il servizio su Alfa Mito ad Annozero

I giudici di Torino hanno condannato il giornalista di La7 e la Rai a pagare oltre 5 milioni di euro al gruppo Fiat per un servizio televisivo del 2010 nel corso della trasmissione Annozero giudicato denigratorio nei confronti della vettura della casa torinese. Assolto il conduttore Michele Santoro.
A cura di Antonio Palma
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I giudici di Torino hanno condannato il giornalista di La7 e la Rai a pagare oltre 5 milioni di euro al gruppo Fiat per un servizio televisivo del 2010 nel corso della trasmissione Annozero giudicato denigratorio nei confronti della vettura della casa torinese. Assolto il conduttore Michele Santoro.

La quarta sezione del tribunale civile di Torino ha condannato ieri il giornalista Corrado Formigli e la Rai a risarcire il gruppo Fiat di cinque milioni di euro per aver trasmesso un servizio denigratorio sull'Alfa Romeo Mito nel corso della puntata di Annozero del 3 dicembre del 2010. Una sentenza destinata a far discutere non solo nel merito ma soprattutto nel'esorbitante somma richiesta ai condannati.

Per i giudici vi è stato un intento denigratorio del giornalista – Formigli insieme alla sua troupe televisiva aveva realizzato un servizio in cui venivano messe a confronto attraverso alcune prove su pista tre autovetture, la Mini Cooper, una Citroen Ds e appunto la Alfa Mito, dove quest'ultima risultava inferiore per caratteristiche tecniche. Secondo i legali della Fiat quelle prove erano però "maliziosamente tese a rappresentare l’unico dato sfavorevole alla Alfa Mito" e cioè la massima velocità, gettando discredito sulla casa automobilistica torinese. Il giudice Maura Sabbione gli ha dato in parte ragione e, recependo anche le perizie dall’allora rettore del Politecnico di Torino, Francesco Profumo, ha stabilito che il confronto "non era tecnicamente valido” e che avrebbe arrecato un danno sostanzioso al marchio MiTo, quantificato in cinque milioni di euro tra danno patrimoniale e non patrimoniale. Per la Rai e il giornalista Formigli, nel frattempo passato a La7, anche una condanna a due milioni di euro di spesa per la pubblicazione della sentenza su quotidiani e periodici e l'obbligo di cancellare la puntata incriminata dal sito web dell'azienda televisiva pubblica.

Per gli avvocati della Rai era un legittimo esercizio di critica – Per i giudici invece non vi è stato danno per il gruppo Fiat e il marchio Alfa Romeo, così è stato rigettata la richiesta di complessivi venti milioni di euro di risarcimento chiesti dalla Fiat durante il processo. Nessuna colpa specifica per l'ex conduttore di Annozero, Michele Santoro, non ritenuto corresponsabile dell'accaduto in quanto non a conoscenza delle specifiche tecniche della prova. Una sentenza molto dura che giudica l'informazione di Formigli "incompleta e parziale e, come tale, atta a indurre nel telespettatore medio una percezione errata del confronto tra le autovetture" e che condanna la Rai per avere messo a disposizione i suoi mezzi di organizzazione e diffusione della prova. Gli avvocati della Rai avevano invece chiesto un'assoluzione piena in quanto il fatto si presumeva come "legittimo esercizio del diritto di critica".

Una somma insostenibile per un privato – Una stangata per il giornalista de La7 che per il momento ha preferito non commentare la sentenza, così come lo stesso Santoro. Ma si tratta di una sentenza storica, come confermano gli avvocati della Fiat, anche perché per la prima volta una persona giuridica, la Rai, è stata ritenuta responsabile dei danni morali provocati da un proprio dipendente. Certamente l'enorme somma imposta al giornalista, come alcuni hanno fatto notare, potrebbe influire sul lavoro dei giornalisti che ci penseranno cento volte prima di fare una critica che potrebbe costargli tutta una vita di lavoro.

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