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Radicali, in marcia per l’amnistia contro la vergogna delle carceri italiane

La manifestazione ha fatto tappa sotto il carcere di Regina Coeli, dal quale i detenuti hanno protestato esponendo alcuni cartelli; in seguito, è passata sotto i simboli della politica e delle istituzioni: il ministero della Giustizia, il Senato, la Camera e poi Palazzo Chigi, sede del Governo.
A cura di Gaia Bozza
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"Amnistia non più rinviabile". I Radicali hanno scelto ancora una volta il giorno di Natale per un corteo che ha attraversato il centro di Roma: la marcia per l'amnistia, la giustizia e la libertà ha radunato molte centinaia di persone e raccolto adesioni da diversi esponenti politici di ogni schieramento e a sfilare, in testa al corteo, anche il ministro degli Esteri Emma Bonino. La manifestazione ha fatto tappa sotto il carcere di Regina Coeli, dal quale i detenuti hanno protestato esponendo alcuni cartelli; in seguito, il corteo è passato sotto i simboli della politica e delle istituzioni: il ministero della Giustizia, il Senato, la Camera e poi Palazzo Chigi, sede del Governo. "In questo sistema carcerario i poliziotti sono ‘torturati' quanto i detenuti. Ma gli ultimi reagiscono con la non violenza. Il luogo più bello, più tragicamente bello, sono le nostre carceri con i nostri carcerati. Viva gli ultimi che stanno vivendo nella forza di chi come i Radicali è sempre dalla parte dei diritti umani". Così Marco Pannella, leader storico dei Radicali italiani, ha aperto oggi a Roma la terza marcia di Natale per l'amnistia, la giustizia e la libertà. "Questo è uno stato da trent'anni fuorilegge sia per le carceri che per i processi – ha commentato Rita Bernardini – perché abbiamo 5 milioni di processi pendenti che cadono ogni anno in prescrizione a ritmo di 180mila. L'amnistia la fanno già, ma sottobanco".

ADESIONE ANCHE DAI SINDACI- Hanno aderito il sindaco di Roma Ignazio Marino e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che invia alla marcia il gonfalone della città lombarda, e si dice "favorevole a un provvedimento di amnistia e di indulto che inciderebbe positivamente sulla situazione disumana che vivono attualmente le persone detenute".

LA RISPOSTA DELLA PRESIDENTE DELLA CAMERA –  In una lettera di risposta alla presidente del Movimento dei Radicali, la presidente della Camera, Laura Boldrini ha scritto: "Quello dell'impegno della Camera dei deputati sullo stato delle carceri italiane" è un impegno "che fin dal giorno del mio insediamento ho voluto indicare come assolutamente prioritario per rimuovere le condizioni disumane e degradanti in cui sono costretti a vivere migliaia di detenuti". Allo stesso modo, oggi, i deputati lucani del Pd Roberto Speranza (capogruppo alla Camera) e Vincenzo Folino hanno visitato la casa circondariale di Potenza e dichiarato che il Pd è impegnato sul fronte della carcerazione preventiva, del lavoro nelle carceri e del superamento della Fini – Giovanardi.

ITALIA CONDANNATA – Il nostro Paese è stato condannato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per la situazione delle carceri: violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani che vieta la tortura o il trattamento disumano e degradante. Entro il 28 maggio 2014, quindi tra pochi mesi, l'Italia dovrà adottare una misura o una combinazione di misure per rimediare alle violazioni della Convenzione che risultano dal sovraffollamento delle carceri.

CONDIZIONI DISUMANE- Erano 64.047, al 30 novembre, i detenuti negli istituti di pena italiani a fronte di 47.649 posti regolamentari anche se, secondo Antigone i posti disponibili sono decisamente inferiori, intorno ai 37.000. Secondo il X Rapporto nazionale sulle condizioni di detenzione realizzato dall'Osservatorio Antigone il sovraffollamento nelle carceri italiane è del 134,4%, ovvero in 100 posti sarebbero detenute più di 134 persone.
Si tratta, secondo il Rapporto, dei valori più alti in Europa, ma se si fa riferimento alla capienza effettiva stimata da Antigone, questapercentuale sale ad oltre il 173%. Dai dati ufficiali le regioni più sovraffollate risultano essere Liguria (169,9%), Puglia (158,1%), Emilia Romagna (155,9%) e Veneto (153,4%). I morti in cella, in dieci anni, sono circa 2200. Tantissimi i suicidi e i malati in carcere. Tante anche le vicende controverse: l'ultima, in ordine di tempo, è la morte di Federico Perna nel carcere di Poggioreale. Della sua vicenda il nostro giornale vi ha raccontato i lati oscuri. A Poggioreale la situazione è drammatica: una media di presenze di 2600 persone, record negativo, cifra doppia rispetto a quante potrebbe e dovrebbe contenerne. Quest'anno si è registrata una punta di 2900 reclusi. Tra questi, tanti malati, alcuni gravissimi: è il caso diVincenzo Di Sarno, 35enne malato terminale di cancro (qui l'appello della madre) e il caso di Angelo Rosciano, detenuto sessantenne, cardiopatico e senza una gamba.

IL CASO ROSCIANO – Della situazione di questo detenuto si stanno occupando i Radicali di Napoli e Salerno (qui la sua storia). La figlia, Carmela Rosciano, ha inviato anche una lettera aperta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al ministro Cancellieri. Ecco il toccante testo:

"Stimato Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e stimata Ministra della giustizia Annamaria Cancellieri, mi chiamo Carmela Rosciano e sono di Polla in provincia di Salerno, con questa lettera faccio appello a voi per denunciare, la mia disperata posizione di impotenza, la drammatica situazione di mio padre Angelo Rosciano attualmente detenuto nel carcere di Poggioreale presso il padiglione San Paolo. A causa di una sentenza per ricettazione scaturita da un processo il cui inizio risale a ben 15 anni fa, nel lungo periodo a nostra insaputa senza difesa, nell’aprile del 2012 mio padre viene arrestato. La tragica vicenda lo ritrova all’età di 60 anni in una drammatica situazione di salute. Mio padre soffre di una forte forma di diabete mellito alimentare ,è arteriopatico,a causa di tali patologie ha sofferto l’amputazione dell’arto inferiore sinistro,soffre di parziale cecità,rischia la perdita anche dell’arto inferiore destro la cui circolazione è ostruita in vari punti. Le sue precarie condizioni di salute non gli permettono la detenzione nella casa circondariale di Sala Consilina suo paese di origine e ne derivano il trasferimento al carcere di Poggioreale fornito di un’area clinica la cui precarietà è aggravata dal penoso problema del sovraffollamento che attribuisce al detto carcere il triste primato europeo di più affollato d’Europa. Nei primi 6 mesi di detenzione,oltretutto trascorsi nel periodo estivo dove la temperatura della struttura supera la umana sopportazione la salute di mio padre è drasticamente degenerata.
Grazie al lavoro dello studio legale dell’avvocato Pierluigi Spadafora ,dal 2012 nostro legale,otteniamo gli arresti domiciliari. Il ritorno a casa è un vero e proprio rialzarsi dal suolo,grazie ai vari permessi per le dovute visite specialistiche riusciamo in un anno di domiciliari a ristabilire in minima parte le sue condizioni di salute. Purtroppo non si sa per quale assurda ragione al momento del rinnovo annuale della misura alternativa il medico incaricato della perizia,dal tribunale di Potenza ora di nostra competenza dopo la recente chiusura del Tribunale di Sala Consilina, lo dichiara nonostante riconfermando le patologie relative agli innumerevoli referti medici, compatibile alla detenzione .
Scatta nuovamente l’arresto che lo trova al momento dell’accaduto ricoverato presso l’ospedale di Polla per uno scompensare del diabete. Carissimo Presidente e carissima Ministra disperatamente mi rivolgo a voi per chiedere come sia possibile tale ingiustizia.
Mio padre accusato di un reato comune che non genera nessun allarme sociale,invalido al 100 per cento,diabetico, arteriopatico senza violare nessun obbligo nel trascorso di un anno di domiciliare ha tutto il diritto come vige nel nostro ordinamento alla pena alternativa drasticamente e inspiegabilmente negata. Mio padre è una persona meravigliosa ,come altrettanto lo definisce la relazione di buona condotta dei Carabinieri di Polla,da tutta la vita un instancabile lavoratore è una persona malata che ha bisogna di cure insostenibili per una struttura come Poggioreale.
Al momento un’altra grande minaccia per la salute di mio padre è l’impossibilita da parte della struttura di fornirgli la giusta alimentazione,oltre alle varie patologie mio padre è privo di coliciste problema che riduce la sua alimentazione all’interno della struttura alla pasta veleno per il diabete i cui valori ormai superano i limiti da oltre 2 mesi,situazione già denunciata e comunicata al giudice dalla diabetologa del San Paolo. Potrei scrivere pagine e pagine di inumana ingiustizia ma mi limito a supplicare il vostro intervento affinché mio padre possa ritornare a scontare la sua pena ai domiciliari ,alla nostra cura e dei dottori specialisti.
In questo momento ogni giorno e notte vivo nell’angoscia insieme alla mia famiglia consapevole che mio padre rischia la vita giorno per giorno,nuovamente supplico il vostro aiuto e urgente intervento per lui e per tutti i malati che all’interno delle strutture carcerarie non incontrano cure ma solo inumana sofferenza, affinché la nostra povera e bella Italia ritorni a essere uno stato di Diritto e mai più uno stato assassino. Nell’attesa di una vostra risposta a questa terza lettera, questa volta da me redatta come umile cittadina,vi porgo i miei più doverosi saluti. Carmela Rosciano.

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