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Quello che non sapevi su Alfred Hitchcock, in arrivo la biografia di Peter Ackroyd

I retroscena su una delle più enigmatiche personalità del cinema raccontati da Peter Ackroyd nella biografia “Alfred Hitchcock” in uscita ad ottobre: l’infanzia solitaria, le ossessioni, le manie di controllo sugli attori e una sessualità contorta.
A cura di Silvia Buffo
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Un ritratto di Alfred Hitchcock
Un ritratto di Alfred Hitchcock

Per i cinefili più accaniti grande attesa per la biografia di Peter Ackroyd, che pare abbia in serbo la rivelazione di un Hitchcock inedito e controverso. Il libro è la somma di aneddoti particolari che ritraggono il ‘maestro della tensione' nelle sue manie e nei suoi lati oscuri. Gli intenditori potranno sfamare le curiosità più disparate ed entrare nell'intimo del personaggio. Si sa, il genio creativo per compensazione fa leva sempre con qualche tipo di squilibrio. Una personalità squilibrata sembra esser sempre il comune denominatore della genialità.

Hitchcock e il potere dell'immaginazione

Già da bambino Alfred Hitchcock tendeva all'isolamento, trascorreva molto tempo nella sua camera, dove, immerso in una dimensione di solitudine, faceva viaggi immaginari. Quei salti celebrali nella sua fantasia erano i primi germi di quello che sarebbe poi divenuto il genio cinematografico. Da grande infatti lo ribadirà forte che "c'è qualcosa di più importante della logica, l'immaginazione" ed è proprio da questo assioma esistenziale che si plasmerà la sua arte. La pensava allo stesso identico modo anche il padre della fisica moderna Einstein che sosteneva che "la logica è quella cosa che ti porta da A a B, mentre l'immaginazione ti porta ovunque". Difatti quell'embrionale fantasia infantile ha configurato via via una delle più colossali menti della storia del cinema.

Grace Kelly, musa di Alfred Hithcock
Grace Kelly, musa di Alfred Hithcock

Grace Kelly è “un vulcano coperto di neve”, incarnazione di una sessualità contorta

Hitchcock è descritto nel libro come sessualmente represso e al tempo stesso folgorato dalle attrici protagoniste come Grace Kelly, Vera Miles, Kim Novak, Janet Leigh e Tippi Hedren. Le controllava dal set alla vita privata fino ad esserne ossessionato. Grace Kelly è più di tutte l'incarnazione di una sessualità intricata e fitta di contrasti, il regista pare perdesse completamente la testa davanti a quell'evidente mix di frigidità e passione che i colori, i gesti, lo sguardo dell'attrice emanano. Amava definirla “un vulcano coperto di neve” e durante alcune riprese, impiegò cinque giorni a farle girare una scena con un gangster che la riempì di lividi. Episodio carico di significato emotivo, il regista mostrando al mondo il suo ‘fuoco' la salvava dalla sua freddezza, tipica dell'animo della principessa Grace.

Ossessioni e manie di controllo verso i suoi attori

Il caso di Grace Kelly, come racconta Peter Ackroyd nell'attesa biografia, non è isolato. Hitchcock estese le sue manie di controllo fino a sfiorare la violenza psicologica anche con Vera Miles e Joan Fontaine, quest'ultima fu del tutto manipolata: le riferì che il cast la odiava e che solo di lui poteva fidarsi e sul set non perdeva occasione di molestarla sussurrandole oscenità ma non si limitava a ciò, controllava persino il suo modo di camminare, muoversi e sorridere. Lo stesso fece con Kim Novak e Janet Leigh, di cui monitorava ogni cosa, dentro e fuori dal set. La biografia sembra promettere un Hitchcock senza omissioni e in tutta la sua più autentica emotività.

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