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Quel paio di parole della filosofia greca che ti svoltano la giornata #3

Oggi tocca a Socrate e a Platone dare una sferzata di poesia alla giornata, il primo con la ‘maieutica’ e il dialogo, il secondo con la ‘parusia’ e il riflesso di perfezione presente in ogni cosa imperfetta.
A cura di Giorgio Moretti
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Su certe parole, su certi concetti della filosofia greca è bene non far depositare la polvere. Infatti sanno essere una compagnia preziosa, guide quotidiane verso la virtù, il meglio e il bello. Ne vediamo due fra quelle che possono avere l'impatto più forte sui nostri giorni.

Maieutica

Lo sai: se dici al tuo amico che la scelta di cui è così convinto può non essere quella giusta, è probabile che non ti ascolti. Gli stai dando una verità che non è la sua. Devi tirar fuori un po' di ingegno, ascoltarlo, porgli le domande giuste e farlo ragionare, in modo che partorisca da solo la realizzazione di quello che vuole davvero. E in questo caso stai usando l'arte maieutica, il metodo socratico.

In molti dei suoi dialoghi Platone racconta di come Socrate portasse il suo interlocutore ad arrivare alla verità da solo, in maniera autentica. In greco per maieutiké téchne si intende l'arte ostetrica, e nel Teeto Platone chiama proprio ‘maieutica' questo modo di procedere. Colei che aveva ispirato questo metodo a Socrate era stata Fenarete, sua madre, che di mestiere faceva la levatrice: la levatrice non crea, la levatrice non impone, aiuta solo la madre a far nascere il bambino.

Così Socrate, nel suo dialogare, non fornisce le proprie conclusioni alla persona con cui sta parlando. La stringe in domande serrate e scomode (e se ne fa dire di tutti i colori) e in questo modo la porta a fare riflessioni che prima le sfuggivano, a sciogliere contraddizioni, a svelare l'infondatezza di certe convinzioni. L'arte maieutica conduce così a un approdo, mai definitivo, mai assoluto, che però è nostro, e coerente, e in una certa misura vero. Una parola (e una tecnica) da tenere ben presente, perché la cultura del dialogo non sia un cozzare di teste, ma una ricerca di ciò che sappiamo di non sapere.

Parusia

Sembra una parola difficile, eppure in greco ha un significato semplice: la parousia è la presenza. Ma non generica: nell'uso filosofico è sempre una presenza straordinariamente alta.

Qualcuno ricorderà che per Platone ogni cosa del mondo che viviamo è un riflesso imperfetto di idee perfette ed eterne. Ebbene, Platone parla della parusia proprio come presenza dell'idea perfetta in ogni cosa sensibile e imperfetta del mondo che ci circonda: in ogni fiore c'è il ricordo presente del fiore ideale. La poesia della parusia è formidabile. Ci invita a vedere nel normale e nel quotidiano lo scorcio della bellezza suprema. Anzi non a vederla, ma a sentirne la presenza, come se camminassimo fra vibranti manifestazioni celesti. Davanti alle melanzane della nonna, davanti alla grazia dei danzatori, davanti a un corpo nudo.

Poi la parusia può anche indicare la presenza viva di personalità importanti, ad esempio volentieri era riferita alla presenza degli imperatori. E nella dottrina cristiana è chiamata parusia la seconda venuta di Cristo durante il Giudizio Universale. Insomma, la parusia vola sempre, sempre alto.

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Nato nel 1989, fiorentino. Giurista e scrittore gioviale. Co-fondatore del sito “Una parola al giorno”, dal 2010 faccio divulgazione linguistica online. Con Edoardo Lombardi Vallauri ho pubblicato il libro “Parole di giornata” (Il Mulino, 2015).
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