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Quei 900 macachi in viaggio verso la vivisezione (e la morte)

Alcuni arrivano dalla Cina, altri sono stati prelevati direttamente in natura, alle Seychelles o alle Mauritius. Sono i 900 primati in viaggio verso l’Italia, rinchiusi in piccole gabbie, destinati ai laboratori Harlan di Correzzana, in nome di una ricerca che, crudelmente ed inutilmente, si serve degli animali. L’orrore chiamato vivisezione.
A cura di Nadia Vitali
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Alcuni arrivano dalla Cina, altri sono stati prelevati direttamente in natura, alle Seychelles o alle Mauritius Sono i 900 primati in viaggio verso l Italia, rinchiusi in piccole gabbie, destinati ai laboratori Harlan di Correzzana, in nome di una ricerca che, crudelmente ed inutilmente, si serve degli animali.

Giungono alla meta nottetempo ed opportunamente divisi in gruppi più piccoli, di modo da destare la minore attenzione possibile: ma, ormai, c'è da dire che quel triste carico di 900 macachi di clamore ne ha già suscitato parecchio. E le proteste sono appena all'inizio. Provengono dalla Cina, ma anche dalle isole Seychelles e Mauritius: lì sono stati prelevati, alcuni di essi mentre vivevano in libertà, rinchiusi in gabbie piccolissime e condannati ad un lungo viaggio che li porterà, attraverso fredde stive di aerei, ad atterrare sui tavoli di laboratorio, pronti a servire, loro malgrado, una scienza, o meglio una parte di essa, che afferma con forza la necessità delle sperimentazioni animali: necessità sulla quale ci sarebbe molto da discutere, dal momento che l'esistenza di metodologie alternative, oltretutto più sicure, contraddice del tutto questo assunto.

Vivisezione, un orrore legalizzato – In questi mesi abbiamo tutti conosciuto la storia di Green Hill, il canile lager di Montichiari, che ha mobilitato tutto il paese portando, finalmente, all'approvazione quasi definitiva del tanto agognato emendamento che prevede vincoli per il recepimento obbligatorio della direttiva europea sulla vivisezione e che obbliga alla chiusura gli allevamenti di cani, gatti e primati non umani destinati alle sperimentazioni. Prevedibile ipotizzare, con la LAV, che la Harlan Italy, destinataria delle centinaia di scimmie traumatizzate e terrorizzate in arrivo nella sede di Correzzana, in provincia di Monza, potrebbe aver anticipato il vergognoso ordine, prima di essere sottoposta ad una legge che ne limiterebbe la possibilità di ricorrere agli animali. Eppure, la normativa giunta dall'UE, definita dal Presidente dell'Oipa «dai nefasti effetti», ricorda a noi tutti, ancora una volta, come questo orribile traffico di vite sia legalizzato, per quanto ormai la pratica della vivisezione venga osteggiata non solo dall'opinione pubblica, ma anche da una parte consistente del mondo scientifico.

L'inutile crudeltà delle sperimentazioni animali – Spesso, per sottolineare quanto gli esperimenti sugli animali siano non solo meschini ma anche inefficaci in molti casi, si prende ad esempio il caso dell'acido acetilsalicilico, l'aspirina che, vecchia di più di cento anni, utilizzata per curare il raffreddore, per alleviare i dolori o per i pazienti con patologie cardiache, qualora fosse stata testata su cani e gatti sarebbe apparsa come una sostanza pericolosissima, poiché nuoce gravemente alla salute di queste creature; e, probabilmente, non sarebbe mai stata commercializzata. Cionondimeno, gli ultimi anni hanno aperto la strada a norme sempre più permissive sul fronte della vivisezione che hanno incrementato il trasporto di animali (come è accaduto per i macachi) non solo sul suolo europeo ma anche oltreoceano, negli Stati Uniti.

Un enorme giro di affari –In Italia, addirittura, negli ultimi anni, il ricorso ai primati ha subito un sensibile aumento, andando, oltretutto, ad impoverire la fauna di aree che già patiscono i danni ingenti inflitti alla propria biodiversità da deforestazione, cambiamenti climatici, inquinamento e bracconaggio. I 900 macachi, già approdati presso i laboratori Harlan o ancora in cammino lungo quel tragitto che li porterà dagli alberi del loro ambiente naturale al secchio dei rifiuti specialinon sono che una piccolissima parte di un commercio che, ogni anno, coinvolge decine di migliaia di animali e centinaia di milioni di euro: una ricerca recentemente commissionata da due medici britannici ad Animal Aid ha messo in luce il giro di affari che parte tramite le «maratone di solidarietà» per finanziare la ricerca scientifica e prosegue con le sperimentazioni condotte sugli animali. C'è da essere sicuri che se gli utenti venissero opportunamente informati sulla destinazione delle proprie generose donazioni, molti enti sarebbero costretti ad adeguarsi a misure diverse in merito al trattamento delle cavie da laboratorio.

La vivisezione e il commercio – Allo stesso modo, le regole del consumo potrebbero mutare bruscamente qualora tutti fossero a conoscenza delle orribili sevizie che primati, gatti, conigli, cani, topolini ed altri ancora subiscono: accecati, ustionati o mutilati, costretti a vivere in gabbie piccolissime, senza luce o circondati da sangue ed escrementi, affamati, drogati o avvelenati. Esistono già dei massicci fronti di boicottaggio contro prodotti che, innocuamente poggiati sugli scaffali del supermercato di fronte ai nostri occhi, celano l'orrore dei maltrattamenti alle proprie spalle; ma la strada sarà ancora molto lunga, prima che sulla vivisezione possa essere messa la definitiva parola fine.

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