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Quali sono stati i migliori balletti in Italia di questo 2016?

Proviamo a stilare un bilancio di questo 2016 coreutico in Italia, partendo dai teatri dell’Opera di Roma, Alla Scala di Milano e di San Carlo di Napoli.
A cura di Massimiliano Craus
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Carla Fracci e Giuseppe Picone, ph. Francesco Squeglia
Carla Fracci e Giuseppe Picone, ph. Francesco Squeglia

A pochissimi mesi dalla "luttuosa" faccenda del Teatro dell'Arena di Verona, con la soppressione del Corpo di Ballo e la definitiva rinuncia alla tradizione coreutica del quarto teatro nazionale, proviamo ad intercettare i balletti salienti di questa stagione solare dei tre maggiori teatri italiani. A cominciare dal repertorio classico ottocentesco di "Giselle", "Don Chisciotte" e de "Il lago dei cigni" scelto al Teatro Alla Scala in risposta alle tendenze contemporanee dell'ex direttore Mauro Bigonzetti. Passando per la costante "francese" scelta da Eleonora Abbagnato per la sua compagine di balletto del Teatro dell'Opera di Roma con il successo fragoroso di Giuliano Peparini, quello più intimo di Angelin Preljocaj e dell'ambizioso Christopher Wheeldon. E chiudendo con uno dei giorni più intensi di quest'anno registrato con il ritorno sulle scene del Teatro di San Carlo di Carla Fracci, festeggiata per i suoi ottant'anni a Napoli e non nella sua natia scaligera dimora per cui, ancora una volta, ci piace dedicarle la foto di copertina tra le braccia dell'etoile Giuseppe Picone. Scorpiamo nei dettagli com'è andata la stagione solare del 2016 dei tre maggiori teatri italiani?

Peparini, Preljocaj e Wheeldon: il trio delle meraviglie per l'Opera di Roma

"Lo Schiaccianoci", ph. Yasuko Kageyama
"Lo Schiaccianoci", ph. Yasuko Kageyama

L'anno che verrà parte proprio da dove è cominciata l'avventura di Eleonora Abbagnato, l'etoile direttrice del Teatro dell'Opera di Roma, con "Lo Schiaccianoci" di Giuliano Peparini che ha salutato il Natale di questi due ultimi anni. Evidentemente il successo della prima rappresentazione non è passato inosservato alle casse capitoline così da riproporre la versione made in Italy del titolo di Piotr Ilich Ciaikovskij. In verità una delle poche produzioni nostrane al Teatro Costanzi dove si è privilegiata la mano parigina dell'Opéra, con una direzione artistica sofferente di saudade verso gli ambienti di Palais Garnier che qui abbiamo più volte evidenziato. Tuttavia i numeri hanno dato pienamente ragione alle scelte, registrando una buona serie di incassi da convalidare di volta in volta le griffe dei balletti proposti, dal capolavoro di Angelin Preljocaj "Le Parc" ripreso da Laurent Hilaire alla nuova versione de "Il lago dei cigni" del britannico Christopher Wheeldon, indubbiamente i tre titoli più apprezzati di questo 2016.

Al San Carlo hanno vinto "Romeo e Giulietta" e Carla Fracci

Giuseppe Picone, ph. Alessio Buccafusca
Giuseppe Picone, ph. Alessio Buccafusca

Dopo un biennio di incertezze, una crisi finanziaria e politica risolta e la mancanza di un direttore del Corpo di Ballo, si è finalmente la tracciato il solco del prossimo triennio con l'individuazione di Giuseppe Picone a capo della compagine di balletto. Premesse sufficienti a guardare con fiducia al futuro prossimo e remoto, ma com'è andata in questo 2016? Anche nel caso partenopeo si è partiti con "Lo Schiaccianoci" firmato per l'occasione dal maitre de ballet Lienz Chang, seguito dall'amato repertorio di Roland Petit con la sua storica "Coppelia", ripresa come da consuetudine da Luigi Bonino. Il titolo più seguito della prima metà dell'anno è certamente stato il "Romeo e Giulietta" di Leonid Lavrovskij, atteso con entusiasmo in città ed applaudito con tutti sold out. L'estate ha portato consiglio ed un direttore nuovo di zecca. Con in dote la settima edizione di un "Autunno Danza", cambiato in corsa per essere ancora più seducente e più aderente all'etoile Giuseppe Picone. E così l'ottantesimo compleanno di Carla Fracci è stato festeggiato il 26 ottobre con un vero e proprio bagno di folla che ha salutato anche il debutto di Giuseppe Picone alla direzione del suo teatro con un passaggio del testimone assai beneaugurante. "La musa della danza, auguri Carla!" resterà senz'altro negli annali del Massimo napoletano, al di là dei termini squisitamente tecnici, per essere riuscito a riavvicinare il pubblico alla sua compagnia.

Nel valzer dei direttori alla Scala l'hanno spuntata i classici del repertorio ottocentesco

Roberto Bolle, ph. Giovanni Gastel
Roberto Bolle, ph. Giovanni Gastel

Abbiamo già scritto delle vicissitudini del Piermarini, soprattutto legate alle sorti dello scranno coreutico appartenuto in un sol anno a ben tre direttori di compagnia. Il russo, il romano ed il francese, quasi protagonisti dell'incipit di tante barzellette degli anni Ottanta che invece hanno mortificato la programmazione di questi due ultimi anni del teatro scaligero. Eh sì, abbiamo già scritto del valzer cominciato con Makhar Vaziev sostituito da Mauro Bigonzetti che, dopo solo sei mesi, ha rassegnato le dimissioni a vantaggio del ritorno ad interim di Frederic Olivieri, in attesa di un nuovo e forse definitivo direttore. Tuttavia il 2016 è partito proprio con Mauro Bigonzetti, all'epoca neo-direttore e coreografo della sua nuova "Cinderella", poco convincente ma non meno del successivo "Lo Schiaccianoci" di Nacho Duato e del "Giardino degli amanti" di Max Volpini, cucito su misura dell'apollineo Roberto Bolle. Niente a che vedere con il "Don Chisciotte" di Rudolf Nureyev, "Il lago dei cigni" di Alexei Ratmansky e la "Giselle" ripresa da Yvette Chauviré per un pubblico scaligero in delirio e, soprattutto, in protesta per tutto il resto della programmazione griffata dall'ex direttore romano. Giusto in tempo, tuttavia, per la sostituzione "provvidenziale" di un altro suo rifacimento, ovvero la "Coppelia" di Léo Delibes, con il vincente "Romeo e Giulietta" di Kenneth MacMillan di questi giorni con l'attesissimo ritorno a casa della cinquantatreenne Giulietta di Alessandra Ferri.

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