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Qual è il tempo giusto per restare in un determinato posto di lavoro?

E’ la domanda alla quale ha provato a rispondere un utente della rete sociale Quora. Quanto tempo un dipendente dovrebbe restare in una specifica azienda per essere valutato nel migliore dei modi da un futuro datore di lavoro?
A cura di Biagio Chiariello
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Secondo voi per quanto tempo un dipendente dovrebbe rimanere in un determinato posto di lavoro? Michael O. Church, programmatore e ingegnere, ha provato a rispondere alla seguente domanda su Quora. Innanzitutto dipende da quel che si sta cercando di imparare e quanto il lavoro sta contribuendo alla propria carriera. I nostri ipotetici, futuri datori di lavoro potrebbero percepire la presenza per meno di otto mesi su determinato posto di lavoro come un lato negativo del nostro curriculum, a meno che la motivazione che ha spinto al nostro allontanamento non sia assolutamente oggettiva (ad esempio la chiamata da una grande azione aziendale). In caso contrario, il consiglio di Church è quello di omettere quell’esperienza dal CV o di spostarla nella sezione “freelance” se il periodo di tempo in cui abbiamo lavorato presso quella specifica azienda è più breve di 8 mesi. Secondo l’analisi un licenziamento senza preavviso è da attribuire ad aspetti relativi alle nostre prestazioni: meglio ometterlo. Discorso diverso se il licenziamento è da attribuire ad una crisi aziendale: in questo caso non c’è da vergognarsene.

Meno di 18 mesi? Male

18 mesi è il tempo minimo socialmente accettato per rimanere in un posto di lavoro. Suggerisce che il dipendete è sopravvissuto ad almeno un esame/valutazione aziendale, che solitamente è annuale e riguarda generalmente i dipendenti che lavorano in una società da almeno sei mesi. Si può scendere a nove mesi se c’è una buona motivazione – come un'operazione societaria (ad esempio una fusione) o motivazioni personali, legate ad esempio a questioni familiari. Se siete stati meno di 18 mesi in una azienda, Quora dice che è utile dimostrare che avete superato almeno una verifica dei risultati (mapuò bastare anche un bonus o l’aver superato un giro di licenziamenti)

Quattro anni, tempo massimo per restare in una azienda

Idealmente, si dovrebbe cercare di coprire un arco di lavoro di minimo 15 mesi che concerne tre anni civili (ad esempio, ottobre 2014 – gennaio 2016) o 18 mesi che invece ne coprono due. E così via, due anni sono meglio di 18 mesi, tre anni sono meglio di due, e quattro è meglio di tre. Quattro anni (48 mesi) è il tempo definito “full credit” per lavorare in una società (cioè il tempo massimo, oltre il quale le cose rischiano di andare solo peggio). Se in questo periodo potete dire di aver goduto di una portata crescente di successi, e preferibilmente siete cresciuto di titolo, allora siete degli ottimi lavoratori, dice Church. Ma niente paura. Anche se non avete avuto delle promozioni e i vostri progetti non sono andati per il meglio, potete comunque rifarvi entro i prossimi due anni. Ma “72 mesi è il tempo in cui rischi di farti male”, dice Church, se non hai ancora ricevuto avanzamenti di carriera o non sei stato coinvolto in progetti migliori. “Quattro anni significa che hai fatto il tuo lavoro, hai dato alla società modo di capire ampiamente le tue possibilità. Sei o più anni senza un risultato evidente possono suggerire” ad un datore di lavoro futuro “che sei privo di ambizioni e ciò equivale a qualcosa di mediocre” spiega Church. Se tuttavia riusciamo ad ottenere promozioni costanti , non c'è alcun limite di tempo entro il quale si può mantenere il nostro specifico posto di lavoro.

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