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Province, allarme della Corte dei Conti: “Risorse insufficienti a garantire i servizi”

Secondo i magistrati contabili “la forbice tra risorse correnti e fabbisogno” tende a una “profonda divaricazione, difficilmente sostenibile per l’intero comparto e postula l’adozione di interventi necessari a garantire servizi di primaria importanza”.
A cura di Davide Falcioni
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Il ministro con delega alla pubblica amministrazione, Marianna Madia.
Il ministro con delega alla pubblica amministrazione, Marianna Madia.

Le risorse a disposizione nelle casse delle Province rischiano di non essere sufficienti a "garantire servizi di prima importanza". A lanciare l'allarme è la Corte dei Conti nella sua relazione sulla finanza locale. Secondo i magistrati contabili senza interventi "la forbice tra risorse correnti e fabbisogno" tende a una "profonda divaricazione, difficilmente sostenibile per l'intero comparto e postula l'adozione di interventi necessari a garantire servizi di primaria importanza". Il rischio, dunque, è che i cittadini possano subire importanti disagi a causa della mancanza di denaro.

Già due mesi fa – nella relazione sulla spesa per il personale degli enti territoriali – la Corte dei Conti aveva espresso la sua preoccupazione per il ritardo che sta incontrando l'attuazione del riordino delle province. All'opinione dei magistrati si era aggiunta quella della CGIL, che aveva fatto notare come persino gli stipendi dei dipendenti provinciali avrebbero potuto essere seriamente a rischio, salvo ricevere la secca smentita del ministro della pubblica amministrazione Madia.

Nella loro relazione i magistrati contabili affermano: "Lo stato di precarietà della situazione finanziaria degli enti di area vasta e l'aggravamento ipotizzato, soprattutto nella prospettiva dell'esercizio in corso – sottolinea la Corte dei Conti – stanno avendo progressiva conferma, considerata la fase avanzata della gestione 2015 e la mancanza di novità sul fronte dell'attuazione del riordino". La Corte dei Conti si riferisce "in particolare, alle ricadute sulle gestioni finanziarie interessate, generate dall'anticipazione degli effetti relativi ai tagli di spesa disposti dalla legge di stabilità 2015, rispetto all'alleggerimento della spesa corrente che sarebbe dovuto conseguire al trasferimento degli oneri del personale a seguito della riallocazione delle funzioni non fondamentali".

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