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Prostituzione, punire i clienti fino a un anno di reclusione: la legge è pronta

L’ordinanza del sindaco Pd Nardella che punisce i clienti delle prostitute è piaciuta ad altri sindaci italiani. Una proposta di legge analoga a livello nazionale esiste già, a firma del deputato Gian Luigi Gigli. Ma la legge aspetta dal 2014 di essere calendarizzata.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'ordinanza del sindaco Pd di Firenze, Dario Nardella, che sanziona i clienti delle prostitute nel momento stesso in cui chiedono prestazioni sessuali, anche se l'atto non è stato consumato, potrebbe avere un seguito al livello nazionale. Questo è quello che chiede con una nota il deputato Gian Luigi Gigli, capogruppo di "Democrazia Solidale – Centro Democratico" in Commissione Affari Costituzionali della Camera e Presidente del Movimento per la Vita Italiano: "L'ordinanza del sindaco di Firenze, Dario Nardella, affronta il problema della prostituzione dal verso giusto, colpendo la domanda di prestazioni sessuali a pagamento, piuttosto che accanirsi contro l'offerta, il più delle volte già oggetto di pressioni, coercizioni, violenze, aborti forzati, fino al traffico di esseri umani in condizioni di dipendenza se non di schiavitù. Per questo non comprendiamo perché mai la Presidente Ferranti, anche lei del PD come Nardella, tenga nel cassetto, senza neanche calendarizzarla, la proposta di legge sul divieto di acquisto di servizi sessuali, da me presentata il 1° luglio 2014, sull'esempio del modello nordico".

Il deputato si riferisce ad una legge di tre anni fa, che voleva scardinare gli stereotipi sessisti che fino ad ora hanno colpito sempre le cosiddette "operatrici del settore", lasciando sostanzialmente impuniti i clienti. Nella lotta allo sfruttamento della prostituzione sarebbe un epocale passo avanti, sulla scia dei provvedimenti già adottati in altri Paesi del Nord Europa.

Nell'anno in cui la legge è stata presentata, il 2014, i numeri sulla prostituzione in Italia fotografavano un fenomeno diffuso in maniera capillare: 9 milioni di uomini almeno una volta nella vita avevano pagato una prostituta, il 20% consumava questo tipo di rapporti una volta alla settimana, il 70% due volte alla settimana.

I tre modelli del diritto comparato

La legge che vieterebbe l'acquisto di servizi sessuali è stata scritta tenendo presente tre modelli comparati. Secondo il primo modello, il cosiddetto modello "proibizionista", offrire prestazioni sessuali a pagamento è reato. Ma sono altrettanto punibili attività connesse a questo reato, come il favoreggiamento, l'induzione e naturalmente lo sfruttamento della prostituzione. Su questo modello si declina una sua variante, chiamata "neoproibizionista", largamente utilizzata in Paesi come la Svezia, l'Islanda e la Norvegia. Secondo quest'approccio si vuole depenalizzare l'offerta di prestazioni sessuali, ma allo stesso tempo si vuole colpire il cliente, perché fa parte a tutti gli effetti della catena dello sfruttamento. La ratio dietro questa scelta è quella di tutelare le vittime della tratta, cioè quelle donne o quei minori che sono rimasti incastrati in un processo distorto, e ne hanno già subito i contraccolpi.

Gli altri due modelli sono quello "abolizionista", che non considera reato la prostituzione in quanto tale, ma vuole punire tutte le sue devianze criminali; e quello "regolamentarista", il modello che chiede la regolamentazione della professione della prostituta, considerato non più un reato ma una professione.

Il modello di riferimento per la proposta di legge di Gigli è quello neoproibizionista alla svedese, caldeggiato anche da una risoluzione del Parlamento europeo, nell'ottica della battaglia a favore della parità di genere.

Le sanzioni previste

Nella legge che riformerebbe la materia della prostituzione sono previste delle multe per i clienti, che vanno da 5oo a 2mila euro. Si legge nel testo: "Chiunque ottenga rapporti sessuali occasionali a pagamento è condannato per l’acquisto di servizi sessuali ad una multa da euro 500 a euro 2.000, salvo che il fatto non costituisca più grave reato". Nel caso in cui reato venga commesso due volte la multa è raddoppiata. Triplicata se viene reiterato per tre volte. Se invece il pagamento del servizio sessiale avviene per più di tre volte è prevista la reclusione da tre mesi a un anno.

Dato l'alto numero di femminicidi in Italia se la Commissione decidesse di calendarizzare la legge, sarebbe il segnale di una presa di posizione forte da parte dello Stato, soprattutto per il messaggio culturale contro la violenza di genere. Anche se l'ordinanza di Nardella, che prevede multe fino a 206 euro e l'arresto fino a tre mesi, è in vigore già dallo scorso venerdì, quello che occorre è una legge nazionale, organica.

"Sul fronte prostituzione, riguardo il dibattito sulla riapertura di case chiuse o l'istituzione di quartieri a luci rosse, sarebbe corretto che il Parlamento, nella prossima legislatura, possa prendere in esame pro e i contro – ha detto nardella a Radio24 in un'intervista – Io non ho ricette in tasca, ma credo che un dibattito serio, una volta tanto, si possa e si debba fare".

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