Prostituta uccisa a Bologna, l’assassino confessa: “Le avevo dato 40mila euro”

Si sarebbe sentito preso in giro, sfruttato economicamente. Per questo motivo Francesco Serra, 55anni, operaio residente a Cereglio di Vergato, sull’Appennino, ha ucciso la prostituta romena Ana Maria Stativa. Oggi ha confermato anche davanti al Gip Francesca Zavaglia le ammissioni che aveva già fatto davanti al Pm Roberto Ceroni e alla squadra mobile della Polizia, nell’interrogatorio di domenica, dopo il fermo. L’uomo avrebbe donna dato parecchi soldi (circa 40.000 euro) alla vittima, di cui era innamorato. Un amore, però, non ricambiato dalla donna che l’avrebbe sempre visto solo come un cliente. La Procura gli contesta anche l'aggravante della premeditazione.

Nell'interrogatorio Serra aveva detto di aver ucciso, sabato 25 marzo, la 30enne straniera, con un colpo alla nuca sparato da una pistola per sopprimere animali. Il reo confesso ha fatto anche ritrovare l'arma, che si sarebbe fatto prestare da un amico allevatore, dicendogli che l'avrebbe utilizzata per ammazzare un capretto.

Gli inquirenti sono riusciti a ricostruire il tormentato rapporto tra i due: si frequentavano settimanalmente da almeno 7 anni. Un periodo nel quale Serra avrebbe dato molto denaro alla prostituta. Soldi corrisposti anche per una semplice “compagnia”, spiegano gli investigatori. In più occasioni, quel denaro sarebbe stato dato alla donna per pagare affitto, bollette e per i due figli della Stativa in Romania: proprio da questi ultimi la donna sarebbe voluta andare in occasione delle vacanze di Pasqua. Serra però si sarebbe opposto, come già accaduto in passato. In un'occasione, mentre lei era via, le avrebbe tagliato le gomme della macchina, gesto per il quale la ragazza aveva poi minacciato di denunciarlo.