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Prodi: “L’Ue deve reagire a Trump. Bisogna aprire alla Russia e cancellare le sanzioni”

In un’intervista rilasciata a La Stampa, l’ex presidente del Consiglio sostiene sia necessario reagire agli attacchi di Trump all’Europa aprendo nuovamente alla Russia di Vladimir Putin. “A me pare che l’Ue non abbia proprio reagito davanti a dichiarazioni di Trump che segnano una rivoluzione nei rapporti con l’Ue. L’Europa è per ora inesistente. Penso invece che occorra reagire in fretta, anzitutto organizzando un ‘contropiede’ sulle sanzioni alla Russia”.
A cura di Charlotte Matteini
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Foto LaPresse - Stefano Costantino 19/04/2016 Roma (ITA) Cronaca Presentazione del Rapporto annuale 2016 delle attività e servizi del Centro Astalli al Teatro Argentina in Roma, Italia. Nella foto: Romano Prodi Photo LaPresse - Stefano Costantino 19/04/2016 Rome (ITA) Presentation of the Annual Report 2016 of the activities and services of Astalli Center at the Teatro Argentina in Rome, Italy. In the pic: Romano Prodi

Aprire alla Russia prima che lo faccia il neo-presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump. La proposta è stata avanzata dall'ex presidente del Consiglio Romano Prodi, che in un'intervista rilasciata al quotidiano La Stampa ha sostenuto la necessità, per l'Unione europea, di improntare una nuova strategia in ambito internazionale, specialmente modificare l'approccio verso la Russia di Vladimir Putin. In poche parole, come spiega meglio lo stesso Prodi, in questo momento storico sarebbe meglio per l'Ue voltare pagina e togliere subito le sanzioni alla Russia per cercare un avvicinamento. Partendo dal duro discorso di Trump, che nel giorno del suo insediamento ha velatamente attaccato l'Europa e in particolare la Germania di Angela Merkel, Prodi ha sostenuto l'obiettivo del neo-presidente degli Stati Uniti è quello di "spaccare ancora di più l’Europa". "Nel suo attacco alla Germania come Paese dominatore in Europa, c’è la consapevolezza che quel Paese è il collante europeo. Ma c’è anche qualcosa di più. La Germania è sempre stata la prima della classe in Europa, ha sempre avuto un rapporto organico con gli Stati Uniti, è stata la prima ad applicare le sanzioni alla Russia, anche contro i propri interessi materiali immediati. In un rapporto nel quale la forza è stata determinata dalla fedeltà e anche viceversa", sostiene l'ex presidente del Consiglio.

Secondo Prodi, però, anche l'atteggiamento lassista dell'Europa nei confronti di Trump sarebbe sbagliato. "A me pare che l’Ue non abbia proprio reagito davanti a dichiarazioni di Trump che segnano una rivoluzione nei rapporti con l’Ue. L’Europa è per ora inesistente. Mi meraviglia che nessuno abbia avvertito l’urgenza di un vertice straordinario. Penso invece che occorra reagire in fretta", spiega, avanzando a questo punto un'ipotetica contromossa: "Anzitutto organizzando un ‘contropiede' sulle sanzioni alla Russia, nel senso che occorre togliere immediatamente le sanzioni alla Russia. Di questo sono fortemente convinto. Puoi sacrificarti per politiche solidali ma se la solidarietà non c’è più, non ha senso perseverare. La saggezza di un proverbio calabrese dice: chi pecora si fa, il lupo se lo mangia. Giochiamo d’anticipo, senza lasciare agli Stati Uniti un ruolo privilegiato nei rapporti con la Russia".

La presa di posizione di Trump relativa alla Nato preoccupa non poco l'ex presidente del Consiglio, il quale sostiene che vada assolutamente preparato un progetto di difesa comune europea affinché l'Ue non si trovi impreparata qualora alle dichiarazione del presidente Usa seguano davvero i fatti: "Se Trump dovesse confermare la sua linea sulla Nato, occorre preparare subito un progetto comune di difesa europea. Tra l’altro in questo frangente non occorrerebbe, in una prima fase, neppure accrescere le spese perché si possono ottenere risultati importanti, unificando risorse comuni sotto un solo comando".

Per quanto riguarda la vittoria di Trump e la diffusione del populismo su larga scala in tutto il mondo, Prodi sostiene sia la normale reazione di una classe media provata da un forte malessere: "Trump, ma anche il populismo europeo, interpretano il malessere della classe media, ma anche operaia. Guardi che è un fenomeno chiarissimo: la Brexit vince nei sobborghi popolari e non a Londra; Trump nel Mid West, certo non a New York o in California. E il Movimento Cinque Stelle? Vince nelle borgate romane, non ai Parioli! In questi anni si è salvata soltanto la parte medio-alta, mentre è aumentata la distanza tra ricchi e poveri. Il recente rapporto dell’Oxfam è un richiamo impressionante quando dice che otto Paperoni hanno lo stesso livello di ricchezza di 3 miliardi e mezzo di persone. Cosa aspettiamo a reagire? Aspettiamo la rivoluzione? Non è meglio cercare la giustizia prima che avvenga la rivoluzione?", si domanda l'ex presidente del Consiglio.

"Trump si è impadronito di questo malessere, pur appartenendo – lui e i suoi principali collaboratori – alla parte privilegiata della società americana. Il malessere è tale che basta la denuncia, anzi la denuncia più è ‘nuda' e meglio è. Se la denuncia ha radici ideologiche non funziona. Marine Le Pen si afferma quando “uccidendo” il padre e le radici ideologiche, riesce a parlare alla borghesia frustrata ma anche agli operai di Marsiglia. Lo stesso vale per i Cinque Stelle: né di destra né di sinistra. Mentre la Lega, che ha mantenuto una radice ideologica, ha messo limiti alla sua protesta. E sarebbe difficile capire il successo di Trump tra gli evangelici estremisti così come tra i cattolici praticanti: c’è una grande paura che va interpretata".

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