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Processo Tyssen: amministratore delegato condannato a 9 anni e 8 mesi in appello

La Corte d’Assise d’Appello di Torino ha ridotte le pene per i sei imputati. I familiari delle vittime del rogo protestano in aula.
A cura di D. F.
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Pene ridotte per i sei imputati del processo Tyssenkrupp. Lo ha stabilito la corte d'Assise d'Appello di Torino: l'amministratore delegato Harald Espenhahn ha potuto beneficiare di uno sconto di pena di 4 mesi, passando da 10 anni a 9 anni e 8 mesi. I familiari delle vittime, presenti in aula, hanno protestato contro la decisione dei giudici, che come previsto è arrivata intorno alle 15.

La Cassazione aveva stabilito che la corte d'appello doveva ricalcolare le pene per i sei imputati per il rogo che costò la vita a sette operai dello stabilimento il 6 dicembre del 2007. Il procuratore generale aveva chiesto ieri la conferma di 10 anni di reclusione per l'ad della multinazionale dell'acciaio, mentre oggi Ezio Audisio, legale della difesa ha dichiarato: "Auspico che la vostra sentenza non sia una sentenza esemplare, ma giusta, e determini la pena base sull'omicidio colposo con il minimo grado di colpa, che tenga conto sì dei sette morti, ma anche dell'incensuratezza dell'imputato". L'avvocato ha chiesto "una pena prossima ai minimi edittali e che conceda di avere accesso ai benefici delle pene alternative".

Il procuratore generale dal canto suo aveva chiesto la conferma delle condanna a sette anni per gli ex dirigenti Gerald Priegnitz e Marco Pucci, proponendo 8 anni per Raffaele Salerno e Daniele Moroni e 7 anni e 6 mesi, invece di 8, per il responsabile della sicurezza Cosimo Cafueri. Guido Alleva, legale di Pucci e Priegnitz, ha detto ai giudici: "Dovete conoscere le persone che state giudicando. I miei assistiti non sono tra quelli che avevano competenze, né alla produzione, né hanno un rapporto con gli stabilimenti, non solo quelli di Torino, ma in generale gli stabilimenti".

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