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Processo Costa Concordia, non si trova il timoniere indonesiano della nave

Risulta ancora irreperibile Jacob Rusli Bin, il timoniere della nave naufragata all’Isola del Giglio che avrebbe dovuto testimoniare domani al processo in corso a Grosseto. Schettino lo ha accusato di aver causato l’urto con gli scogli.
A cura di S. P.
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Non si trova il timoniere indonesiano che lavorava sulla nave Costa Crociere naufragata all’Isola del Giglio. Il timoniere, Jacob Rusli Bin, avrebbe dovuto testimoniare domani al processo in corso a Grosseto ma non lo farà, dato che è irreperibile. “Non lo troviamo più”: questa la laconica comunicazione del pubblico ministero Maria Navarro a proposito del membro dell’equipaggio che è stato accusato dal comandante della Concordia Francesco Schettino di aver causato con un suo errore l’urto contro gli scogli del Giglio. Per ben due volte il timoniere non avrebbe capito gli ordini di Francesco Schettino mentre la nave finiva irrimediabilmente contro gli scogli. Sembra che Rusli Bin viva nella campagna di Djakarta ed è lì che viene cercato, ma finora non è stato possibile trovarlo.

“Il mondo mi cadde addosso due volte” – Intanto a Grosseto va avanti il processo sul naufragio della Concordia il cui unico imputato è il comandante Schettino: stamane ha testimoniato tra gli altri Pier Luigi Foschi, ad e presidente della compagnia all’epoca della tragedia del Giglio. “Ero in Guadalupa, sulla nave Costa Luminosa quando il 13 gennaio 2012 mi chiamò il direttore generale Gianni Onorato circa alle 22.30 ora italiana. Lui era in montagna con la famiglia, mi disse che lo avevano informato che Costa Concordia aveva urtato una roccia al Giglio, aveva la voce di una persona in apprensione. La mia reazione è stata che il mondo ti cade addosso, ero lontano, non avevo informazioni”, così ha ricordato quella notte l’ex presidente di Costa Crociere. Foschi ha spiegato di essersi recato subito al comando della nave, poi “chiamai Onorato, ma non sapeva molto, e poi il vicepresidente esecutivo Manfred Ursprunger, erano circa le 23 il quale mi disse che lo sbarco era praticamente terminato e che a bordo c'era solo l'equipaggio”. Ma poi, col tempo, le notizie si arricchivano di dettagli: “Ursprunger mi richiamò chiedendo scusa per le informazioni sbagliate che mi aveva dato prima dicendomi che l'inclinazione della nave era superiore e che lo sbarco dei passeggeri non era ancora terminato. Mi cadde il mondo addosso per la seconda volta”.

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