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Primarie Pd, Renzi lancia appello al voto: “Il 30 aprile si sceglierà anche il candidato premier”

L’ex presidente del Consiglio invita attivisti e simpatizzanti Pd a recarsi alle urne il prossimo 30 aprile per scegliere il futuro segretario del Partito Democratico, che sarà inoltre il futuro candidato alla presidenza del Consiglio alle prossime politiche.
A cura di Charlotte Matteini
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Mancano pochi giorni al rush finale del congresso del Partito Democratico, che si avvia a conclusione: per domenica 30 aprile, infatti, sono previste le cosiddette "primarie", in cui i tre candidati – Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano – si sfideranno nella corsa alla segreteria del Pd. Al momento i sondaggi sembrano favorire l'ex segretario ed ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, ma la partita è ancora aperta. Nella sua consueta e-news settimanale, Renzi ha invitato iscritti e simpatizzanti del Partito Democratico a recarsi ai vari gazebo disseminati su tutto il territorio nazionale per scegliere il futuro segretario, sottolineando che il voto determinerà anche chi sarà il futuro candidato alla presidenza del Consiglio del Partito Democratico alle prossime elezioni politiche. "Tra quattro giorni si svolgeranno le primarie per individuare in modo democratico il segretario del Pd per i prossimi quattro anni: il vincitore sarà anche il leader candidato a Palazzo Chigi alle prossime elezioni. In molti vogliono farci credere che il risultato sia già scritto. E lo fanno per allontanare molti di voi dai gazebo, domenica, dalle 8 alle 20. Non caschiamoci, vi prego! Il passaggio di domenica è fondamentale e abbiamo molto bisogno dell'impegno di voi tutti", ha spiegato Matteo Renzi.

"Vogliamo che ci sia la massima partecipazione e abbiamo inventato di tutto per coinvolgere i cittadini: qualcuno di noi si è pure travestito da chef per coinvolgere i cittadini a discutere della mozione anche se non sappiamo con quali risultati culinari. Noi siamo ripartiti da zero. Abbiamo percorso l'Italia in lungo e in largo ma in silenzio, nei piccoli comuni, senza la sfilata di telecamere e taccuini. Siamo stati nel cuore della Locride e nel profondo Nord. Non abbiamo mai parlato male dei nostri avversari alle primarie, mai: non troverete mai una sola parola contro. Abbiamo incontrato persone di qualità per ricominciare a progettare l'Italia dei nostri figli. Che deve andare avanti, che deve andare insieme", ha sottolineato l'ex presidente del Consiglio.

"Abbiamo discusso di come creare lavoro oltre al JobsAct, di come impostare una strategia diversa in Europa, di come coniugare innovazione tecnologica e tradizioni artigianali, di come combattere l'evasione fiscale e dunque abbassare le tasse e di molto altro. Abbiamo cioè messo al centro i contenuti. Non l'odio contro l'altro, ma la proposta per il Paese. Abbiamo fatto una campagna elettorale di squadra e continueremo a farla. Incontri, dibattiti, iniziative. Se toccherà a noi lo decideranno gli iscritti al Pd, i simpatizzanti del Pd, i cittadini italiani. Nessun altro. Ma se toccherà a noi dovremo lottare per non rassegnarci all'immobilismo che dopo il referendum del 4 dicembre sembra aver bloccato la vita politico istituzionale italiana. Avevano detto: se vincerà il NO, in sei mesi risolveremo tutto. Dopo cinque mesi la palude regna sovrana. Il Pd da solo non ha i numeri per cambiare le cose, ma noi non ci accontentiamo di chi dice solo no. Di chi vuole solo bloccare tutto. E faremo di tutto per restituire energia, slancio, vigore al Paese".

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