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Primarie Pd, Gentiloni chiude la campagna di Renzi: Orlando furioso

Il presidente del Consiglio Gentiloni chiude la campagna elettorale di Matteo Renzi, auspicando pubblicamente un Partito Democratico a guida renziana nel prossimo futuro. Gli orlandiani non prendono bene la pubblica esposizione del capo del governo.
A cura di Charlotte Matteini
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Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni chiude la campagna elettorale di Matteo Renzi, candidato alla segreteria del Partito Democratico ed ex premier dimissionario. Il capo del Governo ha a lungo parlato dei progetti futuri che il Pd deve realizzare per dare stabilità al Paese, primo tra tutti mantenere la vocazione maggioritaria e cercare di non riversare sull'Italia le tensioni interne al Partito. "Dobbiamo fare ogni sforzo, e mi rivolgo al Pd, perché anche le regole elettorali, per quanto conosco perfettamente la difficoltà della sfida, possano rispondere a questa aspirazione: dare certezza e capacità di governo al Paese. Solo noi possiamo dare un contributo in questa direzione. Guai a perdere lo spirito maggioritario che aveva animato l'Ulivo e il Pd. Poi la dobbiamo calare nella realtà di oggi ma senza perdere quella ambizione: l'ambizione riformista, e cercherò di proseguirla nei prossimi mesi, e l'ambizione maggioritaria", ha dichiarato Gentiloni.

"Ho sempre detto che avrei cercato di tenere il governo al riparo delle tensioni congressuali, non perché ne abbia paura, anzi sono un sostenitore dello scontro politico democratico, ma perché mi sono dato il compito di evitare che queste tensioni, che questo più che legittimo percorso politico, attraversassero il governo, indebolendone l'azione. Ebbene visto che siamo alla fine devo dire che grazie a Emiliano, Orlando, Renzi, ci siamo riusciti. Siamo riusciti a fare una operazione politicamente non banale e necessaria per il Paese: consentire al governo di dispiegare la sua azione e consentire senza remore al Pd di fare la sua discussione congressuale in totale libertà. Anche questo è un bel risultato di politica che funziona", ha sottolineato il capo del Governo.

"Le primarie non sono un'effimera moda che si può accantonare, ma sono una caratteristica fondamentale del Pd che dobbiamo conservare. Nel Paese c'è un deficit di partecipazione, ma con tutti i limiti e i difetti le nostre primarie sono state imitate in Europa. Domenica si vota, e mi raccomando con tutti di sottolineare che le prossime ore sono fondamentali. Mi auguro che tutti vadano a votare. Ho sentito gli argomenti più vari nel descrivere il logoramento delle primarie, a volte sento una eccessiva velocità nel liquidarle come logorate. Non credo che si possa sottovalutare questo strumento democratico", ha aggiunto il presidente del Consiglio.

"Da parte mia il contributo sarà quello da sostenere il lavoro del Pd, mi auguro guidato da Matteo, e cercare attraverso l'azione di governo a contribuire a rafforzare le tendenze positive iniettate in questi anni, non accontentarci dei numeri della macroeconomia. Considererò la mia missione compiuta quando avrò completato il mio lavoro con un tasso di riforme, rassicurando il Paese, mantenendo la sicurezza e mantenendo aperta la speranza democratica rappresentata dal Pd", ha concluso il presidente Gentiloni.

L'apertura pubblica di Gentiloni nei confronti di Matteo Renzi, secondo quanto riporta Huffington Post, ha irritato il candidato Andrea Orlando e i parlamentari a sostegno della sua mozione. "È quanto basta per appiccare il fuoco sotto il voto dei gazebo. Andrea Orlando è furioso e non è una citazione di Ariosto: il ministro e candidato alla guida del Pd è davvero contrariato dalla scelta di Gentiloni di esporsi in prima persona", si legge nell'indiscrezione di HuffPost. Inoltre, il deputato del Pd Andrea Martella, impegnato nella campagna elettorale per Orlando, ha dichiarato: "Il rush finale per Renzi lo sta facendo il governo invece del suo comitato. Spiace constatare che anche Gentiloni non si sia potuto sottrarre".

Nel pomeriggio di oggi, inoltre, il ministro Andrea Orlando ha lanciato un attacco ai notabili del Pd: " I notabili del Partito Democratico sono tutti saldamente a sostegno di Matteo Renzi in questa campagna per le primarie del 30 aprile. In questi anni la rottamazione ha funzionato così: si sono tolte le prime file e le seconde hanno fatto un passo avanti, ma le dinamiche sono rimaste le stesse in molte realtà del Paese. Questo non l'ho detto io, lo ha detto Matteo Renzi quando all'indomani del referendum ha detto di aver sbagliato ad affidarsi ai notabili per costruire il consenso per il referendum: ecco, in questo momento i notabili sono tutti saldamente a sostegno di Matteo Renzi".

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