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Premio Nobel per la Pace a Juan Manuel Santos, presidente della Colombia

Il presidente colombiano ha vinto il Nobel per il suo impegno per raggiungere un accordo di pace con le Farc dopo 50 anni di guerra.
A cura di Davide Falcioni
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Juan Manuel Santos, il presidente della Colombia, ha vinto il premio Nobel per la Pace. Secondo il comitato che assegna il riconoscimento il leader colombiano è riuscito a guidare il suo paese alla fine di un conflitto con le Farc durato oltre 50 anni e costato la vita a oltre 230mila persone.

Come è noto, il negoziato di pace ha avuto un'importante battuta d'arresto domenica scorsa, quando il popolo colombiano – chiamato ad esprimersi in un referendum – ha bocciato l'accordo seppur con una minoranza di poche decine di migliaia di voti. Ciò – secondo Stoccolma – non va tuttavia "inteso come un no alla pace. Il punto non era dire no alla pace ma a un certo preciso accordo, e sottolineiamo l'importanza che Santos guidi un più ampio dialogo, che trovi basi ampie e quindi sostegno. Tutte le parti, tutti i partiti, devono dare il loro contributo". Il premio va a Santos come "simbolicamente a tutti quelli che nel suo Paese hanno lottato per far avanzare la pace".

Il presidente del Comitato del Premio Nobel ha ricordato che la guerra civile colombiana "è costata la vita di almeno 220mila colombiani ed ha provocato quasi sei milioni di sfollati". Il premio, ha proseguito, "dovrebbe anche essere visto come un tributo al popolo della Colombia", a "tutte le parti in causa che hanno contribuito a questo processo di pace" ed ai "rappresentanti delle vittime" di questa guerra. "Il presidente Santos ha iniziato i negoziati che sono culminati nell'accordo di pace tra il governo colombiano e le Farc". L'esito del referendum "non è stato quello che voleva Santos", ma "è importante che il cessate il fuoco venga rispettato".

Dal canto suo Juan Manuel Santos si è detto grato e onorato del premio Nobel per la Pace conferitogli oggi, dicendo di accettarlo "in nome del popolo che ha sofferto così tanto durante questa guerra" e definendolo "un grande stimolo" per costruire la pace in Colombia.

Ingrid Betancourt: "Anche le Farc meritano il Premio Nobel per la Pace"

Molto significativo il commento di Ingrid Betancourt, l'ex ostaggio franco-colombiano delle Farc in Colombia che, rispondendo ai giornalisti, ha dichiarato che anche le Farc meritano il premio Nobel della Pace. Intervistata in diretta telefonica su I-Te'le', Betancourt non ha saputo trattenere le lacrime e ha espresso grande soddisfazione per la decisione di Oslo. "Sono ottimista per il futuro", ha aggiunto.

Chi è Juan Manuel Santos

Juan Manuel Santos ha 65 anni, è nato a Bogotà e dal 2010 è presidente della Colombia. Fin dall'inizio del suo mandato ha dato la priorità assoluta al raggiungimento di un accordo di pace con le Farc, le Forze Armate Rivoluzionarie, dopo aver inflitto pesanti perdite al gruppo guerrigliero quando ha ricoperto l'incarico di Ministro della Difesa: nel corso del suo mandato, infatti, l'esercito ha conseguito importanti successi nella guerra alle Farc riuscendo a uccidere il comandante Raúl Reyes e a liberare Ingrid Betancourt. La carriera di Santos è però anche stata macchiata dallo scandalo dei "falsi positivi", ovvero civili uccisi dalle forze armate conteggiati tuttavia come guerriglieri.

Dopo la stagione del conflitto aperto, il presidente Santos ha inaugurato quella del dialogo con i leader delle Farc conseguendo senza dubbio risultati ben più importanti. Nonostante la bocciatura dell'accordo di pace da parte dei cittadini colombiani, il presidente ha fatto sapere che continuerà a cercare una soluzione. L’attuale cessate il fuoco resta in vigore, ha chiarito Santos, e quanto prima saranno riavviati i contatti con i principali leader delle FARC, a partire da Timoleon Jimenez.

Chi sono gli sconfitti

Juan Manuel Santos ha avuto la meglio su un parterre di sfidanti di primo piano, tra i quali spicca Papa Francesco per il suo impegno su diversi fronti per favorire il dialogo tra i popoli. Il presidente colombiano ha però battuto anche Edward Snowden – ex collaboratore della National Security Agency – , Jeanne Nacatche Banyere, Jeannette Kahindo Bindu e il dottor Denis Mukwege per il loro impegno contro la violenza sessuale, in particolare nella Repubblica Democratica del Congo; i caschi bianchi siriani, per le operazioni di soccorso che effettuano quotidianamente sui campi di battaglia; Ernest Moniz e Ali Akbar Salehi, i due negoziatori “tecnici” per l’accordo sul nucleare iraniano; Svetlana Gannushkina, ex professoressa di matematica, 74 anni e difende i diritti umani e dei migranti in Russia.

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