Preghiere e internet, la prima volta fuori dal convento delle suore di clausura
E’ un evento davvero eccezionale il raduno internazionale delle passioniste che a Isola del Gran Sasso (Teramo). Le protagoniste sono infatti, come scrive il Corriere della Sera, quaranta monache in rappresentanza delle 350 che vivono in 40 diversi monasteri sparsi in quindici Paesi: Stati Uniti, Brasile, Argentina, Messico, Colombia, Spagna, Francia, Inghilterra, Belgio, Olanda, Giappone, Corea del Sud, Indonesia, Filippine e, naturalmente, Italia.
“Vogliamo unire i monasteri e migliorare il dialogo con un mondo che sta cambiando" è, in sintesi, il messaggio che trapela dal santuario di San Gabriele, dove le suore discutono non solo dei problemi della vita di chiesa, ma anche di come usare Internet, smartphone, Facebook e Youtube per “comunicare, promuovere spiritualità, contrastare la crisi delle vocazioni”.
Come racconta padre Vincenzo Fabbri, l’addetto stampa del santuario, “diversi monasteri passionisti di clausura non disdegnano di aprire una finestra sul mondo, anche se solo virtuale, offrendo consigli e direzione spirituale attraverso Internet”. C’è pensa già di aprire un sito “per consentire ai vari monasteri di parlare tra di loro. Alcuni hanno già una pagina Facebook, altri non conoscono neanche Internet”, spiega suor Enrica, 44 anni, del monastero di Ovada (Alessandria).
Per alcune suore questa è la prima uscita dal convento dopo decenni di clausura. “La tentazione può sempre venire, ma io non mi sono mai pentita della scelta che ho fatto. Il desiderio di formarmi una famiglia l’ho trasformato nella preghiera per tutte le famiglie di oggi”, dice Suor Margaret, 45 anni, che vive nel monastero di Campagnano, alle porte di Roma. “Con la clausura abbiamo la possibilità di non restringere l’apostolato, ma di raggiungere tutti gli uomini con la preghiera e attraverso la grazia” aggiunge suor Teresa, 55 anni, superiora del monastero di Genova, entrata in convento quando ne aveva venti perché voleva “capire il senso della vita e cercare di viverlo”.