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Post contro Giuliani: “Sparare e prendere bene la mira”. Pd espelle consigliere comunale

La decisione presa allʼunanimità dallʼorgano di controllo del partito. Diego Urbisaglia aveva scritto sul suo profilo: “A chi sparò contro Giuliani direi di prendere bene la mira. Sì, sono cattivo e senza cuore”.
A cura di Biagio Chiariello
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Non sono bastate le scuse: le espressioni di Diego Urbisaglia, il consigliere comunale del Pd di Ancona, che aveva scritto sulla sua pagina Facebook che per Carlo Giuliani, ucciso durante i disordini del G8 di Genova nel 2012, serviva "una mira migliore", gli sono costate l’espulsione dal partito. Lo ha deciso all'unanimità la Commissione Comunale di Garanzia del partito. Per la precisione, si tratta della cancellazione dell'anagrafe degli iscritti e dall'albo degli elettori dem. In poche parole è espulsione. Urbisaglia aveva già deciso di autosospendersi dal partito.

Il post choc di Urbisaglia

“Se ci fosse stato mio figlio all’interno di quella campagnola gli griderei di sparare e di prendere bene la mira. Sì sono cattivo e senza cuore, ma lì c’era in ballo o la vita di uno o la vita dell’altro. Estintore contro pistola. Non mi mancherai Carlo Giuliani“, aveva scritto il consigliere Pd sulla sua bacheca Facebook. Come era facile ipotizzare, sotto il post si era creata un’ondata di commenti più o meno critici nei confronti di Urbisaglia. Nel contempo nel Partito Democratico era stato avviato il processo che oggi ha portato all'espulsione dal partito.  Urbisaglia era stato deferito alla commissione di garanzia, mentre il coordinatore della segreteria dem, Lorenzo Guerini, chiedeva "alla commissione competente di assumere senza indugi i provvedimenti sanzionatori previsti dal nostro statuto" perché "quanto detto dal consigliere Urbisaglia è inaccettabile e assolutamente ingiustificabile".

Le scuse del consigliere Pd non sono bastate

Il giorno dopo erano arrivate le scuse: “Frasi troppo forti quelle che ho usato su Carlo Giuliani lo ammetto e me ne scuso, ma quanta ipocrisia intorno a questo argomento“. E ancora: “Chi mi conosce sa che non cerco notorietà e dico sempre quello che penso. Mi sono già scusato per certe parole inappropriate usate, ma non cambio certo il mio giudizio. Dentro quella campagnola c’era un ragazzo, intorno il delirio, di fronte uno con un estintore, di fianco uno con una palanca di legno. Io sto con il carabiniere. Punto“. Come detto, non è bastato. Ora il consigliere ha la possibilità di presentare ricorso "agli organi di garanzia di livello superiore", informa un comunicato, cioè la Commissione regionale. Se l'espulsione venisse confermata, può accedere agli organi di garanzia a livello nazionale.

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