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Portofino dice no ai migranti: “Non ci sono case libere”. E la Prefettura si rivolge ai privati

La città ligure si aggiunge alle altre 23 amministrazioni della Regione che si sono rifiutate di ospitare i profughi. La Prefettura decide di rivolgersi ai privati che possono mettere a disposizione strutture da dare in gestione alle cooperative. Il sindaco dà la colpa al turismo: “Non abbiamo mai alloggi liberi”.
A cura di Ida Artiaco
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Panoramica di Portofino (Wikipedia).
Panoramica di Portofino (Wikipedia).

Portofino, lussuosa località turistica sul mare in provincia di Genova, dice no ai migranti, aggiungendosi agli altri 23 comuni della regione che si sono rifiutati di ospitarli. "Non abbiamo case libere", è stato il commento, lasciato al quotidiano La Repubblica, del primo cittadino Matteo Viacava, Forza Italia. Il che ha costretto la prefettura di Genova a chiedere aiuto direttamente ai privati affinché mettano a disposizione strutture da far gestire alle cooperative. Tutto nasce dalla decisione di collocare circa 700 profughi nella Riviera, visto che il capoluogo ligure è ormai saturo con oltre 2.500 presenze quando, stando a quanto previsto dal Viminale, sarebbero dovute essere 1.216. Proprio per questo motivo, la stessa Prefettura ha pubblicato un bando, che scade il prossimo 24 agosto, rivolto a quei Comuni che si erano rifiutati di aderire allo Sprar, il sistema di accoglienza coordinato, con il quale di fatto li scavalca imponendo i Cas, i centri di accoglienza straordinaria.

Si tratta di una operazione estrema, perché i poteri dei singoli comuni di fermare i Cas sono davvero minimi. "Il nostro è un centro turistico importantissimo – si giustifica ancora il sindaco -. Alloggi liberi non ne abbiamo: la graduatoria di residenti che aspettano l’assegnazione della casa popolare è infinita. E poi, il territorio non è indicato: c’è un’unica strada, difficoltà di accesso e l’accoglienza non sarebbe funzionale proprio dal punto di vista logistico". Rispetto alla possibilità di far entrare i privati nel sistema di accoglienza, Viacava non ha dubbi: "Sono liberi di fare come credono. Controlleremo che siano trattati bene". Portofino si va così ad aggiungere agli altri 23 centri della Riviera che hanno detto no ai migranti, tra cui anche Chiavari e Rapallo, Zoagli, Recco, Santo Stefano D’Aveto e Tribogna.

Non solo in Liguria. Lo stesso problema era stato sollevato qualche giorno fa anche a Capalbio, in provincia di Grosseto, Toscana, altra meta turistica d'eccellenza, dove gli abitanti si sono ribellati alla notizia dell'arrivo di almeno 50 migranti tra la fine di agosto e l'inizio di settembre, arrivando addirittura a promuovere ben due ricorsi al Tar. Tuttavia, hanno rifiutato l'appellativo di "razzisti". "Noi non diciamo no agli immigrati, diciamo no a 50 in quel posto, siamo disposti ad accoglierne una quindicina", è stato il commento del sindaco Luigi Bellumori all'indomani dello scoppio della polemica.

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