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Polonia svolta a destra, alle presidenziali vince l’ultranazionalista Duda

Andrzej Duda si è affermato al secondo turno delle presidenziali battendo il presidente uscente Jaroslaw Kaczynski.
A cura di Antonio Palma
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La Polonia svolta a destra e al ballottaggio per le presidenziali elegge il candidato ultranazionalista ed euroscettico Andrzej Duda. Anche se i risultati ufficiali ancora non ci sono, il 43enne esponente del partito di destra Diritto e Giustizia (Pis) fondato dai fratelli Lech e Jaroslaw Kaczynski, infatti ha incassato l'ammissione della sconfitta da parte del rivale, il capo di stato uscente Bronislaw Komorowski. Secondo i dati diffusi dalla televisione pubblica TVP, Duda avrebbe ricevuto circa il 53 per cento delle preferenze contro il 47 di Komorowski. Quest'ultimo dopo la pubblicazione dei primi exit poll, ha ammesso la sconfitta e fatto sapere che rispetta la scelta degli elettori. Per Duda è una vittoria assolutamente non scontata visto che al primo turno delle elezioni presidenziali la differenza fra i due avversari era stata minima: 34,76% per Duda contro 33,76% di Komorowski.

Un'affermazione che può contare anche sulla grande affluenza alle urne che è stata addirittura superiore rispetto di quella al primo turno. Alle urne si sarebbero recati circa il 56,1 per cento degli aventi diritto, usette punti in più rispetto alla percentuale registrata nel primo turno. Gli elettori polacchi dunque hanno creduto a Duda secondo il quale "il paese è in rovina e serve una buona svolta" per ricostruirlo. Nato nel 1972 a Cracovia, laureatosi in Legge nel 1996 e di professione avvocato, Duda nel 2000 si iscrive al partito di centro Unione della Libertà, per poi entrare nel Pis nel 2005. La sua carriera istituzionale inizia nel 2006 con la carica del viceministro della giustizia nel governo del premier Jaroslaw Kaczynski, poi lavora come segretario di stato e nel 2011 è eletto deputato, infine nel 2014 è eurodeputato.

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