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Poliziotto insulta Boldrini e la vedova di Emmanuel: “Ero sconvolto dagli attentati”

“Ero nervoso, gli ultimi attacchi terroristici mi avevano dato alla testa”, avrebbe detto il poliziotto in servizio alla questura di Prato finito nella bufera per alcuni commenti su Facebook contro la vedova del nigeriano ucciso a Fermo e la presidente della Camera.
A cura di Susanna Picone
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Il poliziotto in servizio alla Questura di Prato indagato con l'accusa di aver scritto su Facebook alcuni post razzisti nei confronti di Chimiary, vedova del nigeriano ucciso a Fermo, e della presidente della Camera Laura Boldrini, ha ammesso le proprie responsabilità. Secondo quanto ricostruisce Repubblica l’agente finito nella bufera si è presentato negli uffici della Procura di Prato insieme al suo avvocato ed è stato ascoltato dal procuratore capo Giuseppe Nicolosi. Nel corso dell'interrogatorio non si è avvalso della facoltà di non rispondere ma avrebbe spiegato di aver scritto quei posti razzisti nei confronti della Boldrini e della vedova di Emmanuel perché sconvolto dagli ultimi attentati terroristici. “È vero, sono stato io. Ero nervoso, gli ultimi attacchi terroristici mi avevano dato alla testa”, avrebbe risposto così davanti al procuratore. L'agente, sotto indagine per i reati di istigazione all'odio razziale e diffamazione a mezzo stampa, si sarebbe anche mostrato pentito per le frasi scritte su Facebook e appunto avrebbe dato la “colpa” alla paura dei terroristi.

I post razzisti su Facebook – “Giustizia è stata fatta e quella donna, nera bianca o gialla che sia deve essere incriminata e lasciata alla sua vita inutile…”, aveva scritto su Facebook commentando un articolo in cui si parlava della presunta nuova versione della vedova di Emmanuel. Poi aveva preso di mira la presidente Boldrini per la scelta di non partecipare ai funerali delle vittime italiane del terrorismo a Dacca e “santificare” invece due persone, Emmanuel e sua moglie, che “che hanno mandato in galera un innocente”. Frasi che suscitarono l’indignazione di molti ma anche l’approvazione di qualcuno. In ogni caso il poliziotto dopo i post razzisti è stato subito spostato da ruoli operativi a un lavoro d’ufficio e altri provvedimenti potrebbero scattare a breve dopo la sua “confessione”.

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