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Poletti: “Sui cervelli in fuga ho sbagliato. Vergognose minacce sui social a mia famiglia”

Nel corso dell’informativa del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che segue al deposito delle mozioni di sfiducia presentate da M5S, Sinistra Italiana e Lega Nord, il titolare del dicastero delle Politiche sociali si è scusato per le frasi sui giovani italiani in fuga pronunciate lo scorso dicembre, sostenendo di aver “aggiunto un inciso sbagliato tale da ingenerare una mia insensibilità verso chi è andato via dall’Italia”.
A cura di Charlotte Matteini
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Il ministro del lavoro Giuliano Poletti

Durante l'informativa del ministro del Lavoro, chiamato oggi a rispondere in Senato di alcune dichiarazioni rilasciate lo scorso 19 dicembre relative ai giovani italiani emigrati all'estero che molto scalpore avevano creato e che portò il Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana e Lega Nord a depositare una mozione di sfiducia indirizzata al titolare del dicastero del Lavoro e delle Politiche sociali, il ministro Poletti ha chiesto scusa per le sue parole e spiegato il senso delle sue affermazioni, soffermandosi poi sui dati economici relativi al mercato del lavoro italiano e delle iniziative portate avanti dal governo che hanno permesso di abbassare il tasso di disoccupazione e di precarietà in Italia.

"Quel giorno mi trovavo nelle Marche per diversi incontri istituzionali e ho incontrato anche molti organi di stampa. Ho risposto in modo sbagliato, contrapponendo i giovani che restano in Italia con quelli che lasciano il Paese. Ho sostenuto che non è giusto affermare che quelli che lasciano il Paese sono i migliore e che di conseguenza quelli che restano hanno meno competenza", ha spiegato Poletti, sottolineando: "Ho aggiunto a questa opinione un inciso sbagliato, tale da ingenerare una mia insensibilità verso chi è andato via dall'Italia. Mi sono scusato subito per tale espressione, lontana dal mio pensiero e dalla mia storia personale. Scuse che confermo qui oggi. E' bene che i nostri giovani facciano esperienze in Europa e nel mondo ma dobbiamo offrire anche qui delle opportunità. I giovani che vanno all'estero sono una risorsa importante".

"Intorno alle mie dichiarazioni del 19 dicembre si è sviluppata una campagna di insulti e minacce sui social network che ha toccato non solo me, ma anche mia moglie e mio figlio. Ringrazio chi mi è stato vicino e ha espresso solidarietà alla mia famiglia. Sono episodi che allarmano perché testimoniano un clima di tensione e che non hanno nulla a che vedere con le critiche anche aspre che si mantengano nell'ambito di un confronto civile", ha specificato in conclusione.

"Sappiamo tutti che le prospettive di lavoro per i giovani italiani si sono ridotte dopo la crisi economica del 2008, in quel momento i giovani disoccupati erano circa 400.000 e sono saliti fino al picco di 707.000 a marzo 2014, mentre a novembre 2016 sono stati 627.000″, sottolinea il ministro, sostenendo che "con la nostra riforma del lavoro abbiamo abolito diversi contratti con forti connotati di precarietà. Abbiamo più rigorosamente definito il confine fra lavoro autonomo e dipendente, per combattere le false partite Iva. I recenti dati Istat mostrano che gli occupati in più sono in gran parte dipendenti e assunti in modo permanente".

"Un altro pesante effetto negativo è stato prodotto dalla riforma delle pensioni approvata nel 2011, che ha di fatto allontanato l'età pensionabile, non liberando posti di lavoro per i giovani. Il governo nel corso degli ultimi anni con la riforma del mercato del lavoro o il progetto Garanzia Giovani ha provato a ridurre il precariato e fornire opportunità professionali ai giovani", ha sostenuto Poletti, sottolineando che alla luce dei dati forniti poche settimane fa dall'Inps, il governo è intenzionato a procedere con una riforma dello strumento dei voucher per le prestazioni accessorie "per riportarlo alla funzione per la quale era nato: dare copertura previdenziale e assicurativa alle attività occasionali, portandole fuori dal lavoro nero".

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