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Polemica alla Fiera del Peperone di Carmagnola: il Comune vieta “Bella Ciao”, il coro va via

La richiesta di Vincenzo Inglese, vicesindaco di centrodestra del comune alle porte di Torino. Un manager del CoroMoro, gruppo composto da rifugiati e stranieri: “Ci è sembrata una richiesta inaccettabile. Molti componenti del gruppo arrivano da Paesi dove c’erano dittature e sono scappati per questo motivo”.
A cura di Susanna Picone
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Si chiude in polemica la Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola, comune alle porte di Torino che per questa sagra ogni anno di riempie di visitatori. Il concerto di domenica 10 settembre, che avrebbe dovuto chiudere la kermesse, è stato cancellato a seguito di una richiesta dell’amministrazione comunale. Il CoroMoro, un gruppo composto da rifugiati e cittadini di origine straniera nato nelle valli di Lanzo, nel Torinese, si sarebbe dovuto esibire in piazza Sant'Agostino ma avrebbe ricevuto dall'amministrazione locale di centrodestra, in particolare dal vicesindaco Vincenzo Inglese, la richiesta di eliminare dalla scaletta una delle canzoni, ovvero “Bella Ciao”. Quel brano, a quanto pare, non andava bene perché avrebbe creato imbarazzo tra alcuni componenti dell’amministrazione comunale. Una “motivazione” che i coristi proprio non hanno voluto accettare e che li ha spinti a rinunciare a esibirsi alla Sagra in segno di protesta.

Il CoroMoro ha deciso di non cantare e rifiutare il cachet – “Sabato il vicesindaco di Carmagnola ci ha chiesto di non suonare e cantare Bella Ciao – ha raccontato Luca Baraldo, uno degli inventori del progetto Coro Moro, a Repubblica – ci è sembrata subito una richiesta inaccettabile. Molti componenti del gruppo arrivano da Paesi dove c'erano dittature e sono scappati per questo motivo. E poi si tratta di una canzone che racconta della libertà e della Liberazione”. Ma anche di fronte alle resistenze dei coristi il comune di Carmagnola non avrebbe cambiato idea e avrebbe anche tentato di pagare comunque la serata al gruppo (per il concerto avevano pattuito 600 euro) e non parlare dell’accaduto. “Ovviamente abbiamo risposto che non avremmo accettato nessun pagamento – ha spiegato Baraldo – anche se per noi 600 euro sono importanti per sostenere il progetto”. "#CoroMoro canta #bellaciaononsitocca, se no: Ciao!", è il messaggio lanciato dal gruppo su Facebook.

Solidarietà dall'Anpi – La sezione dell'Anpi di Carmagnola non ha mancato di esprimere solidarietà al CoroMoro: “Ci chiediamo come mai ancora oggi cantare ‘Bella Ciao' sia considerato di parte; come mai questo brano – si legge – , che è patrimonio comune di tutti gli italiani, crei imbarazzo”.

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