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Pizzarotti scrive a Beppe Grillo: “Finita l’attesa, senza una risposta sarà rottura”

Il sindaco di Parma ha scritto una lunga lettera a Beppe Grillo, chiedendo spiegazioni circa il suo silenzio in questi ultimi due mesi, da quando un’anonima mail firmata “staff” comunicò a Pizzarotti la sospensione del Movimento 5 Stelle.
A cura di Charlotte Matteini
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La querelle Pizzarotti – Beppe Grillo non accenna a smorzarsi. Dopo circa due mesi dalla sospensione inferta dallo staff del Movimento 5 Stelle al sindaco di Parma, questa volta il sindaco di Parma ha deciso di prendere carta e penna e scrivere una lettera indirizzata al fondatore del Movimento parlamentare. Sono passati 60 giorni dalla presentazione delle controdeduzioni inviate in seguito all'annuncio della sospensione – spiega Pizzarotti – eppure ancora oggi non è dato sapere se la "pratica" sia stata presa in carico da qualcuno. "Se non c’era fretta di prendere una decisione, mi chiedo il motivo dell’ultimatum di dieci giorni a un sindaco del Movimento 5 Stelle, che ha sempre fatto della serietà e della responsabilità punti di riferimento dell’attività di governo", prosegue il sindaco di Parma, accennando inoltre al recente pronunciamento del tribunale di Napoli, il quale avrebbe sostenuto che le sospensioni degli attivisti – su cui era stato chiamato a rispondere – erano "atti di forza illegittimi", esattamente le stesse ragioni espresse da Pizzarotti nella sua lettera di controdeduzioni., definendole "un pretesto per neutralizzare la critica interna".

Una lunga attesa, troppo lunga e che denoterebbe scarso rispetto non solo nei confronti di Pizzarotti, ma anche della città di Parma, "cui si è aggiunta una indifferenza totale continuata negli anni, incomprensibile sotto ogni punto di vista", spiega il sindaco, aggiungendo inoltre che durante il periodo dei ballottaggi ha evitato di alimentare polemiche e risposte pubbliche e che, nonostante i "momenti di attrito, come è normale nel dibattito interno a un movimento votato da milioni di italiani", nulla può né deve giustificare "offese verso la mia persona – in passato pubblicate sul blog -, né freddezza e distacco verso l’istituzione che rappresento".

All’indomani delle ultime amministrative, poi, ho letto di un summit tra sindaci del Movimento – neo eletti e non – e il responsabile degli enti locali Luigi Di Maio. Tralasciando il paradosso di esserne venuto a conoscenza soltanto tramite i media e non, appunto, dal preposto ai Comuni, l’iniziativa mi ha stupito non poco dal momento che corrisponde a una mia precisa e reiterata richiesta avanzata due anni fa, all’epoca bollata come inutile. Tuttavia credo che se il tavolo di discussione fosse stato preso in considerazione già allora, oggi diverse problematiche interne sarebbero state risolte (vedi Comacchio, Gela e Quarto), i sindaci avrebbero alle spalle un rapporto più solido e coeso, mentre l'azione di governo locale risulterebbe ora condivisa e politicamente più forte.

Etichettato come una sorta di politico vecchio stile, le rimostranze di Pizzarotti sono state interpretate come critiche senza fondamento, provocandone l'allontanamento prima, la sospensione poi. "Parma paga più di tutti il suo realismo, ovvero la capacità di calarsi nella realtà amministrativa senza perdere di vista i propri ideali. Per noi di Parma la politica è rappresentata dagli utopisti e dai realisti. I primi vivono dei propri ideali, i secondi li attuano tenendo i piedi nel fango". Pizzarotti nella sua lettera sostiene inoltre di essere "colpevole" di aver voluto gettare le basi per un'organizzazione nazionale più coesa e – appunto – organizzata, con regole e indirizzi chiari ed equi per tutti. "Ti rendi conto che con un’organizzazione seria, oggi probabilmente Rimini e Ravenna sarebbero città amministrate dal Movimento? Qualcuno, novello Pilato, ha invece scelto di non candidare nessuno. Ti chiedo: la volontà è quella di lasciare che le varie correnti del Movimento lo logorino dall’interno? Decidere in una stanza chiusa regolamenti e indirizzi politici per poi, eventualmente, farli ratificare dalla rete?".

Pone tante domande Pizzarotti a Grillo, non tralasciando nemmeno le critiche più dure:"La rete è un mezzo, uno strumento, e non un soggetto politico. Sono convinto che prima o poi una forma simile di confronto sarà più che mai necessaria: per quanto innovativo e rivoluzionario, Rousseau non potrà mai, mai, rimpiazzare i rapporti umani". Una stroncatura senza appello, quella di Pizzarotti nei confronti del tanto celebrato nuovo software che il Movimento dovrebbe utilizzare per "la gestione del M5S nelle sue varie componenti elettive (Parlamenti italiano e europeo, consigli regionali e comunali) e la partecipazione degli iscritti alla vita del M5S attraverso, ad esempio, la scrittura di leggi e il voto per la scelta delle liste elettorali e per dirimere posizioni all’interno del M5S", si legge sul Blog di Beppe Grillo.

"Non ho timore a dire quel che penso: dovreste guardarvi le spalle dagli yes man, e non da chi ha invece l’onestà intellettuale di dire ciò che pensa mantenendo ben saldi e vivi i propri ideali. L’atteggiamento poco maturo e di grave indifferenza nei miei confronti toglierebbe entusiasmo quasi a chiunque, non di certo a me. Ho sempre agito in buona coscienza, nell'interesse anzitutto di Parma e dei miei concittadini, i quali vengono prima di chiunque altro. Per questo il mio impegno per la città continuerà, non vi è alcun dubbio", scrive Pizzarotti, che conclude dicendo a Beppe Grillo che "chi guida il Movimento non può sottrarsi alle proprie responsabilità, soprattutto se è un movimento candidato a governare il Paese". Il tempo dell'attesa è finito, dice Pizzarotti. Se Beppe Grillo non calendarizzerà un incontro con lui, allora la reticenza verrà interpretata come ciò che realmente è: un segnale di inequivocabile rottura.

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