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Piombino, infermiera killer: al setaccio le cartelle cliniche: nuovi casi?

Continuano le indagini su Fausta Bonino, l’infermiera di Piombino accusata di aver ucciso 13 pazienti somministrando loro elevate dosi di eparina. Gli inquirenti: “L’abbiamo fermata, non potevamo rischiare che agisse ancora”.
A cura di Biagio Chiariello
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L’inchiesta su Fausta Bonino, l'infermiera di Piombino arrestata con l'accusa di aver ucciso 13 pazienti con iniezioni di eparina, continua. Secondo gli investigatori non si può escludere un risvolto ancora più inquietante nella vicenda: e cioè che la presunta assassina seriale si sia macchiata di altri omicidi. Procura e Nas, scrive Il Tirreno, stanno facendo accertamenti su altri casi spulciando vecchie cartelle cliniche alla ricerca di anomalie. Intanto il procuratore di Livorno Ettore Squillace Greco spiega: "Dovevamo fermarla, non potevamo rischiare che ci fosse qualche altra vittima". Al momento, la donna, originaria di Savona ma da 20 anni in Toscana, è l'unica indagata con l'accusa di omicidio volontario plurimo. L'interrogatorio di garanzia è previsto per lunedì 4 aprile in carcere a Pisa.

Anche il gip ha fatto notare che la Bonino avrebbe potuto uccidere ancora, così come avrebbe potuto inquinare le prove. Del resto, stando ai controlli effettuati sin ora, la donna avrebbe cercato di depistare le indagini adducendo che un estraneo, che aveva accesso al reparto rianimazione, fosse il responsabile degli omicidi dei pazienti dell'ospedale Villa Marina di Piombino.

Nel frattempo i parenti dei degenti deceduti nel reparto di rianimazione dell’ospedale della città toscana avrebbe già deciso di rivolgersi ad un avvocato, per accertare che la morte del proprio caro non fosse dovuta all’intervento dell’infermiera arrestato. In questa situazione anche il Ministero della Sanità si muove: Beatrice Lorenzin, che segue personalmente la vicenda, è pronta a mandare i suoi ispettori.  Anche la Regione Toscana è pronta ad aprire un’indagine. Verranno ricontrollati tutti i decessi.

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