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Pino Pelosi, dopo trentasei anni l’assassino di Pasolini è ancora vivo e libero?

Pino “la rana” confessò di essere l’unico assassino dello scrittore ma, anni dopo, ha ammesso di aver sempre coperto la reale versione dei fatti per “paura e terrore”. Intervenuto alla presentazione del libro “Nessuna pietà per Pasolini” ha risposto alle domande di Walter Veltroni presente al dibattito, raccontando cosa accadde in quella notte dell’orrore.
A cura di Nadia Vitali
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Pino la rana confessò di essere l'unico assassino dello scrittore ma, anni dopo, ha ammesso di aver sempre coperto la reale versione dei fatti per paura e terrore. Intervenuto alla presentazione del libro Nessuna pietà per Pasolini ha risposto alle domande di Walter Veltroni presente al dibattito, raccontando cosa accadde in quella notte dell'orrore.

La versione secondo la quale quel giovane gracile di nemmeno 18 anni avesse potuto uccidere con tanta forza e brutalità un uomo alto, forte e in salute quale era Pier Paolo Pasolini ha sempre destato molte perplessità; tuttavia una confessione in piena regola come fu quella di Pino Pelosi doveva fugare ogni dubbio dalle menti di tutti. Ma così non è stato, mai, e in pochi hanno creduto davvero che Pino «la rana» potesse essere l'unico assassino dello scrittore.

Quando a trent'anni dall'omicidio intervenne alla trasmissione televisiva Ombre sul Giallo ritrattando la sua confessione ed ammettendo che gli autori dell'orribile delitto furono personaggi a lui sconosciuti, motivò la propria reticenza  affermando di aver subito delle minacce e di aver avuto sempre terrore per sé e per la sua famiglia: finalmente qualche risposta seppur vaga sembrava arrivare per tentare di dissolvere le ombre che avvolgevano, e ancora avvolgono, questo drammatico episodio della nostra storia nazionale.

E proprio di recente, facendo una vera e propria «irruzione» in una libreria romana alla presentazione del libro Nessuna Pietà per Pasolini, Pelosi ha fornito la sua ennesima versione di come si svolsero i fatti quella notte, rispondendo alle domande di Walter Veltroni, presente al dibattito ed improvvisatosi intervistatore. Nel sottolineare come l'aver cambiato molte volte il proprio racconto abbia creato delle perplessità in chi ascolta, l'ex segretario del PD ha tuttavia affermato che

Io sono portato a crederle quando lei dice «Io non ho parlato in questi trent'anni perché avevo paura». Se la storia è come io immagino che sia, e adesso le chiederò qualche conferma, quello che lei dice è credibile.

Dopo questa premessa, ha invitato Pino Pelosi a raccontare cosa accadde; il giovane non avrebbe potuto fare altro che assistere alla drammatica aggressione, gli uomini che tiravano fuori a forza Pasolini dall'abitacolo dell'Alfa Romeo e lui trattenuto da «un uomo alto con la barba» che gli avrebbe dato un colpo in testa per tenerlo fermo, che gli costò una frattura al naso e due punti sulla fronte. Il buio rendeva impossibile vedere mentre le grida di quell'uomo che veniva selvaggiamente picchiato, «aiuto mamma, aiuto mamma», prima squarciavano l'aria cupa di quel 2 novembre, poi si affievolivano sempre più fino a terminare, soffocate dalla straziante morte.

Di tutti i presenti, sei persone in totale, gli unici che Pelosi sostiene di aver riconosciuto erano i fratelli Borsellino, criminali per lo più occupati nello spaccio degli stupefacenti e morti di AIDS negli anni '90; vicini agli ambienti della destra estrema dell'MSI, secondo Pelosi non erano realmente a conoscenza della gravità di quanto avrebbero compiuto all'Idroscalo di Ostia. E poi, negli anni del carcere, ci sarebbero state le minacce, i detenuti che transitavano per l'istituto penitenziario in cui scontava la pena che ricordavano a Pelosi di non modificare mai la versione: «Continua così, stai facendo bene. Pensa alla tua famiglia».

Alla fine di un climax brillantemente concertato sul momento da Walter Veltroni la domanda che tutti aspettano: l'assassino è ancora vivo e può ancora minacciare chi persegue la verità? Pelosi esita, risponde «nì». Dopo tanti anni, egli stesso ha ancora paura ed è reticente a parlare, pur tra le mezze confessioni mutilate o annunciate; la verità continua ad essere intravista, lontanamente, ma alcun nome o volto, eccetto quello di Pino «la rana», è mai giunto a darci una risposta.

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