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Picchiata da bulla a Cagliari: “Stavo male, ma ha chiesto scusa e l’ho perdonata”

“Mi ha chiesto scusa e l’ho perdonata. Ora spero che i miei compagni di classe mi stiano vicino”, ha detto la giovane picchiata a Muravera davanti ai compagni che riprendevano la scena coi cellulari. Ha detto anche di sperare che questa storia possa aiutare altre vittime di bullismo.
A cura di Susanna Picone
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“Mi ha chiesto scusa e l'ho perdonata. Ora spero che i miei compagni di classe mi stiano vicino”: è quanto ha detto la ragazzina insultata e picchiata da una “bulletta” a Muravera, in provincia di Cagliari, al quotidiano L'Unione Sarda. Il video dell'episodio di bullismo, realizzato da qualche compagno mentre tutti gli altri stavano a guardare senza intervenire, ha totalizzato su Facebook quasi quattro milioni di visualizzazioni prima di essere bloccato. La vittima di bullismo sarebbe stata minacciata e picchiata davanti a tutti a causa di una foto pubblicata sempre su Facebook. La compagna l'ha aspettata fuori dalla scuola per “chiarire” e lì, circondata da altri giovani, l'ha aggredita colpendola in viso con un primo schiaffo, poi prendendola per il collo, e poi ancora minacciandola e schiaffeggiandola più volte. “Ho sopportato gli schiaffi, anche se erano forti – ha raccontato la ragazzina – ho trattenuto le lacrime per non farmi vedere piangere ma non mi sono inginocchiata, come lei mi ordinava. Le ho detto al telefono quando mi ha chiamata per chiedere scusa: poteva picchiarmi, farmi di tutto, ma in ginocchio no, mai l'avrei fatto”.

“Sto raccontando tutto per far capire che le vittime di bullismo stanno molto male” – Nel video si vede a un certo punto che la giovane vittima si allontana mentre altri ragazzi la seguono insultandola e deridendola. “Ero veramente distrutta, pensavo di non uscire più”, ha ammesso la giovane che ha poi detto di sperare che questa brutta storia possa almeno essere d’aiuto ad altri. “Ritornerò a scuola, a testa alta. Sto raccontando tutto per far capire che le vittime di bullismo stanno molto male: chiunque patisca questa sofferenza parli, dica tutto ai genitori e alle forze dell'ordine: c’è chi si uccide, e invece bisogna denunciare perché c’è chi ci aiuta”, ha detto la giovane.

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